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Tonino Fanesi 

"Non si può continuare a morire di lavoro, non facciamo diventare Tonino un numero”. E' l'appello che emerge dalla bellissima lettera della signora Gabriella, vedova di Tonino Fanesi l'operaio giuliese di 49 anni morto in un incidente sul lavoro lo scorso 13 settembre all'interno della Metallurgica Abruzzese, azienda di Marina di Mosciano che produce reti metalliche. “Sono grata a chi ricorda mio marito come un lavoratore, morto mentre svolgeva il proprio lavoro. Lui ha perso la vita quel 13 settembre 2022...non facciamogli perdere anche la dignità di uomo e padre". E' solo uno dei passaggi della bellissima lettera che la vedova di Tonino Fanesi ha fatto recapitare, a titolo di ringraziamento, alle Donne Democratiche della Provincia di Teramo che hanno consegnato una borsa di studio per i figli di Tonino: “Matteo si sta laurendo in Archeologica, Davide studia Lettere e sogna di diventare un giornalista, Samuele è ancora piccolo ma sono certa che troverà presto la sua strada”, ricorda la madre nella sua lettera. “Per me e i miei figli è doloroso, difficile, fare tutti i giorni i conti con la perdita di un marito e un padre eccezionale come è stato per noi Tonino”. E ancora: “Studiare vi darà la libertà”, ripeteva Tonino Fanesi ai suoi figli. Indipendentemente dal percorso, studiare per trovare la propria strada ed onorarla con serietà, coscienza e senso di responsabilità: questo il lascito straordinario di papà Tonino ai suoi tre ragazzi. La lettera della signora Gabriella, letta ieri nel corso di un evento promosso a Giulianova dalle Donne Democratiche del PD, ha commosso ma anche riacceso i riflettori su quanto sia urgente agire per la sicurezza nei posti di lavoro e fare di tutto che nessuna vittima rischi di diventare un mero numero sulle statistiche periodiche diffuse agli organi di stampa. “Tonino non deve diventare un numero, Tonino non deve essere dimenticato”, lo chiede una moglie, lo chiede una madre, e tramite lei tutte le moglie e tutte le madri rimaste solo a crescere con dignità e coraggio i propri figli.