Servizio di Eugenia Di Giandomenico
Secondo i dati forniti dallo Sportello Unico delle Attività Produttive, sembra che il tessuto economico della Città di Teramo nell'ultimo quinquennio si muova verso una tendenza di crescita positiva: dal 1 maggio 2018 a marzo 2023, a fronte di sole 449 cessazioni, sono state 967 le aperture. Di queste, ben 30 sono le unità che si contano come attività di somministrazione di alimenti e bevande, che hanno scelto di localizzarsi soprattutto nel centro storico.
Un centro storico che, a conti fatti, si sta sempre più declinando a un evidente impianto turistico della città.
Maggio 2023, mese foriero di novità per Teramo, segnato anche dall'avvio della nuova amministrazione comunale, conferma l'andamento con l'inaugurazione del “Danny’s Famous Delicatessen”, il nuovo locale che dal 18 maggio porta in città l'esperienza gastronomica americana sotto i portici dell'ex bar Derby.
Ma per una nuova tavola calda che apre in centro, due sono le attività commerciali che chiudono i battenti: il 13 maggio è stata la volta di Central Fruit in Via della Verdura, dopo 35 anni di servizio, e il 31 sarà l'ultimo giorno anche per Rosso Jungla, la boutique che per sette anni ha dato colore a Via Mario Capuani con la sua ricercata vetrina.
E nemmeno Corso San Giorgio, l'arteria principale del centro, si sottrae al triste destino delle serrande che verranno abbassate entro la fine dell'estate: tra giugno e luglio l'azienda abruzzese Particolari lascerà la città e anche il Ragnetto, negozio d'abbigliamento per bambini, svuoterà le pareti, lasciando l'ennesimo buco nel muro, che forse verrà tappato con agenzie immobiliari o di utenze.
"Queste attività - afferma Christian Simonella, il proprietario della libreria indipendente Tempo Libero - non portano un vero movimento commerciale, perciò i centri storici sono sempre meno affollati: i negozi li trovano altrove, nei centri commerciali."
Nel caso teramano, la presenza dei grandi marchi a 10 minuti di macchina dal cuore della città diventa un problema molto sentito dai piccoli commercianti "perchè mantenere un'attività non è facile come aprirla. Fare il commerciante significa investire dei soldi e questa figura sta svanendo, ancor più se si pensa che nella società di oggi impera un individualismo ai danni della collettività. Teramo è fortemente vittima di questo gioco perverso" spiega ancora il libraio
A questo proposito Sara Ruffini, la giovane e coraggiosa impreditrice di Polvere di Stelle, confida che molti le avevano sconsigliato di scegliere Teramo come location per la sua avventura, in primo luogo per la ritrosia dei suoi abitanti al gioco di squadra. Quello che aggrava la sua situazione, però, è il disinteresse mostrato dall'amministrazione per i problemi causati dal post-sisma: "Ho affittato il locale nel 2020 e l'ho ristrutturato. Dopo aver superato le difficoltà del Covid, pensavo di poter respirare un po', invece l'anno scorso, nel 2022, mi hanno comunicato che il palazzo risultava inagibile e che è prevista una chiusura di cui nessuno nulla. Non ci hanno ancora reso partecipi di niente, nessuna assemblea tra commercianti, ma il futuro è imminente. E noi siamo in attesa."
La proprietaria di Rosso Jungla, invece, che tra qualche giorno chiuderà l'attività, dice "L'aria che tira per i commercianti non è delle migliori da molto tempo. Le cose non sono cambiate negli ultimi anni, ma speriamo che la nuova fiducia al Sindaco D'Alberto sia ben riposta e metta in campo tutte le azioni che erano state promesse la prima volta. Durante il primo mandato parlavamo di quanto sia fondamentale un tavolo permanente tra amministrazione e commercianti: ci sono molti soggetti e associazioni con cui l'amministrazione può creare un dialogo e ascoltare le esigenze di un tessuto commerciale che ha bisogno di essere sostenuto di più."
E se la parte alta del centro storico soffre in maniera visibile, rattoppata alla bell'e meglio da utenze e agenzie immobiliari, quella bassa di Corso Cerulli e Corso De Michetti resiste a fatica grazie alle botteghe degli artigiani che offrono servizi specifici.
"Chi gestisce la città non ha fatto niente per incentivare l'afffluenza, anzi ha creato più deterrenti che aiuti. I parcheggi a pagamento si sono rivelati un vero e proprio boomerang, dal momento che hanno favorito il passaggio veloce, piuttosto che il passeggio rilassato. Non solo sono troppi rispetto a quelli bianchi, ma anche gli ausiliari non perorano la causa, con la loro tolleanza zero" afferma una nota artigiana del posto.
Ascoltando le voci di chi non viene ascoltato da chi dovrebbe, si può azzardare un pronostico: il futuro di Teramo sarà quello di una città vive per mangiare, ma non mangia per vivere.