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PeronoIl meteo ha portato la vendemmia anticipata, circa il 75% della produzione vitivinicola rischia di andare persa per l’ eccessiva umidità, che ha favorito la peronospora attaccando anche il grappolo, oltre alle foglie. La zona più colpita è il chietino, ma non sta risparmiando le zone più interne dell’Abruzzo, e i viticultori hanno già speso in trattamenti quello che spendono in anno tra gasolio e fitofarmaci. A proposito di fitofarmaci! Ci troviamo ad adoperare dei fitofarmaci che sono derivati del petrolio, insomma prodotti tirati fuori chimicamente e stranamente costano 10 volte di più del vetriolo. Il vetriolo, il classico verderame, con l’aggiunta di calce spenta si otteneva la “poltiglia bordolese”, che rendeva le nostre vigne inattaccabili. Oggi, con atomizzatori all’avanguardia, con la taratura obbligatoria, corsi costosi per l’abilitazione ai trattamenti, insomma tutta una serie di accorgimenti… ogni anno ci ritroviamo col rischio della raccolta delle uve, appena si presenta una stagione piovosa. In sostanza, questi fitofarmaci funzionano benissimo per gonfiare il portafoglio di qualche multinazionale. Quindi, agli agricoltori non rimane altro che pregare che non piova, perché i prodotti in commercio non salvano i loro vigneti, ma prosciugano le loro tasche. A parte questo, rimane il fatto che molti agricoltori hanno già vendemmiato,  ma la politica abruzzese come al solito pensa più alle associazioni ambientaliste e, magari a finanziare i matrimoni, e non nel senso di aiutare le giovani coppie, ma di dare aiuti  a sostegno del settore dei matrimoni e wedding per un importo pari a 5,375.384,00 euro. Quello che fa rabbia è che la regione Abruzzo trova i soldi per queste cose e poi non è capace di fronteggiare una così clamorosa calamità naturale, che in questi giorni sta colpendo tutto il settore agricolo abruzzese, non solo quello vitivinicolo, ma anche quello zootecnico per l’essicazione del foraggio. Non finisce qui! Oltre alla calamità naturale si aggiunge la calamità burocratica, in quanto gli agricoltori si troveranno a pagare i consorzi di bonifica pari a 200 euro ettaro per enti che fino ad oggi ….quanta acqua hanno erogato?. Una tassa sulla bonifica, che prevede il pagamento di un servizio anche dove non è richiesto, in quanto ancora non è stato fatto un piano di classifica, ma nelle dighe consortili bivaccano anche  ambientalisti che gestiscono  fondi che potrebbero essere destinati agli agricoltori.

DINO ROSSI

Il responsabile per l’associazione 

per la cultura rurale