Era uomo d’altri tempi, Liberato Coccagna. Dei tempi ai quali aveva dedicato la sua vita, creando quel Museo etnografico delle arti contadine, che ospitava a Villa Pavone. Se ne è andato a 72 anni, con la silenziosa discrezione che sempre era stata la sua cifra stilistica in vita, tanto che la notizia della sua scomparsa si è diffusa solo a funerali avvenuti. Il suo museo era come una macchina del tempo, che unisce pezzi di vero e proprio antiquariato (come una tombola del '700, un banco scolastico dei primi dell'800 e migliaia di piccoli e grandi tesori) a testimonianze più recenti. Come un grammofono del 1906, le scatole dei Coni dell'Aquila d'Oro, quelle dei dolci di Fumo, le bottiglie delle anisette, quelle delle "gazose" con tanto di pallina e... tantissimi altri dettagli di un’epoca perduta. Un po’ ruvido nel carattere, ma solo all’apparenza, Liberato Coccagna era stato per moltissimi anni custode del Convitto nazionale . Lascia la moglie, Rita, le figlie Gabriella e Francesca e sette adoratissimi nipoti .