«E poi il detto lupo vivette due anni in Agobbio; ed entravasidomesticamente per le case a uscio a uscio, senza fare male a persona e senza esserne fatto a lui; e fu nutricato cortesemente dalle genti; e andandosi così per la terra e per le case, giammai niun cane gli abbaiava dietro.»
da I fioretti di San Francesco di Ugolino da Brunforte, cap. XXI
Si dovrebbe rimanere ogni volta stupiti innanzi alla magnificenza del Creato. E osservare ogni cosa assai preziosa, com'è. Bisognerebbe fare più di qualche passo indietro e fermarsi ammirati: nessuna altra azione è necessaria al godere la magnificenza del Creato.
Sono doni che ci appartengono ma che non sono nostri. Non possiamo disporne ma ammirarli sì, e per quanto tempo si ha voglia, fino a saziarsi della magnificenza del Creato – che non sazia mai, lo so!
E basterebbero quei pochi passi indietro, quella sosta ammirata,per poterne godere più a lungo possibile.
Eh, ma l'uomo... Dove lo metti l'uomo? La cruda cultura agro-pastorale, dove la metti? La terra, dove la metti? Il raccolto, dove lo metti? L'albero da frutta, il campo di patate – che adesso ho fatto l'orto – e il vigneto, dove li metti? E il cane ancora legato alla catena, dove lo metti? E i gattini affogati e infilati dentro una busta di plastica, dove li metti? E la volpe fucilata, dove la metti? E il lupo? E l'orso? E la paura?
E l'uomo, dove lo metti? Così capace com'è di altezze inimmaginabili fino a un attimo prima, ma anche di altrettanti imperscrutabili abissi.
Si dovrebbe rimanere ogni volta stupiti innanzi alla magnificenza del Creato, e disarmati.
MASSIMO RIDOLFI
Ph.: Una delle ultime immagini in natura dell'orsa Amarena con i suoi ciccioli
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