
Io sono stato aggredito. Punto!». Si difende così, in un audio diffuso con lo smartphone, Andrea Leombruni, il 56enne che ha esploso il colpo di fucile che ha ucciso l'orsa Amarena. Ora è sotto sorveglianza per le minacce di morte che sono piovute da ogni parte d'Italia. Nel racconto reso ai carabinieri ha motivato il suo gesto con la paura per l'incursione dell'animale nella sua proprietà.
«Ho sentito dei rumori riporta oggi Il Messaggero. Sono sceso sulla mia tenuta, perché pensavo fossero i ladri. Ho avuto paura e ho sparato», ha spiegato l'uomo. Poi ha ulteriormente articolato la sua ricostruzione: «Ho sentito i cani abbaiare e pensando fossero i ladri ho preso il fucile e mi sono avviato verso l'allevamento». Qui si sarebbe trovato di fronte all'orsa. «Ho visto l'animale di fronte - ha raccontato il commerciante ai carabinieri - Ha anche sollevato le zampe in modo minaccioso. In preda alla paura, mi è partito un colpo dal fucile che ha colpito l'animale».
Chi lo ha visto lo ha descritto come profondamente turbato e sotto choc per l'accaduto. Ha continuato a ripetere, quasi ossessivamente, «volevo solo difendermi e non uccidere l'orsa».
La sua difesa è stata affidata a due avvocati del Foro di Avezzano, Berardino Terra e Stefano Guanciale. Avranno un bel da fare anche alla luce delle minacce che l'uomo ha ricevuto: «Devi fare la stessa fine di Amarena», e ancora: «assassino», «non dormire tranquillo». Tra i messaggi non mancano neanche le minacce di ritorsione nei confronti dei familiari si legge sempre sul Messaggero. Anche un omonimo è stato oggetto di attacchi e insulti e ha dovuto chiarire pubblicamente la sua estraneità. Insomma, la tensione è altissima e per questo è stato disposto un servizio di vigilanza rafforzato all'esterno dell'abitazione, almeno in queste prime fasi.