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Regi1E anche oggi Teramo puó... perdere l'occasione di essere grande domani.
In un sabato sera zeppo di eventi, quello appena trascorso in città, dove era possibile trovare dietro ogni angolo della città uno spunto per per saziare la propria curiosità culturale, tra EXTEMPORAMNIA, il concerto per Pannella nel chiostro di Madonna delle Grazie, è passato quasi inosservato uno degli appuntamenti più interessanti della scaletta di Natura Indomita.
Alle 21:00, a piazzetta del Sole, era infatti in programma uno spettacolo teatro-musicale danzante di rivisitazione storica, a cura della scuola Della Noce.
L'unica scuola artistica che, attraverso il gruppo musicale Ars Antiqua e danze Venus, si occupa di rivisitazione storica in città.
Con il loro "Al banchetto della Regina Giovanna" ieri sera hanno ricreato per una notte l'atmosfera di un evento storico realmente accaduto a Teramo nel giugno 1514, del quale il prof. Elso Simone Serpentini si è fatto narratore per un gruppo esiguo di cittadini. Troppo pochi, per un evento del genere, "dove avrebbe dovuto accorrere tutta la cittadinanza" ha ben sottolineato il giallista teramano.
Ma dando uno sguardo più attento all'indomito calendario del 2 settembre, dove per le 18:30 era segnata una degustazione al Castello Della Monica, "Degustare l'esistenza", una domanda non puó che sorgere spontanea: perchè un luogo di così alto valore culturale per la città, tale quale è il Castello, non è stato designato per ospitare una manifestazione di altrettanto spessore come quella proposta da Della Noce?
Da ben cinque anni l'amministrazione attuale lavora per rendere il Castello l'attrazione principale della città, facendosi portavoce di un messaggio di riqualificazione e rigenerazione per le abitudini cittadine che, in dati di fatto, stenta ad arrivare, dal momento che quando si crea l'occasione per dar vita realmente a un connubio di interesse storico-culturale di verace teramanità, questa viene miseramente lasciata sfuggire come acqua tra le dita.

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Eppure, neanche una settimana fa, come ogni anno, L'Aquila ricordava all'intera regione di quanta rilevanza risentano eventi come la Perdonanza, durante la quale, per altro, l'amato sindaco D'Alberto sfilava in prima linea.
Se il capoluogo vicino di casa puó essere maestra di storia, Teramo si ostina a fare lo studente intelligente, che non si applica: quello che non solo si rifiuta di studiare, ma non ha neppure voglia di imparare la nobile arte del copiatura per strappare un 6 politico in pagella.
Correggendo le parole dell'egregio professore, non è la cittadinanza che sarebbe dovuta accorrere a guardare la regina Giovanna, ma è l'amministrazione stessa che avrebbe dovuto patrocinare e sostenere meglio l'iniziativa, nell'ottica della politica di promozione del territorio che, a suo dire, sta portando avanti da quando è al governo, affinchè il pubblico possa riscoprire le radici della terra cui appartiene.
Un errore formale quello di non aver destinato il panorama del Castello Della Monica alla regina, che in un politica di forma - piú che di sostanza - qual è quella gianguidesca, non puó essere tollerato.

EUGENIA DI GIANDOMENICO