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medicogenericoCara Certastampa, il 5 settembre, mia madre (89 anni) mentre si accingeva a mettere a posto una maglia si è fratturata l'osso del femore (ore 00:40) avendo valutato la situazione e l' impossibilità di mia madre di camminare abbiamo deciso di chiamare la guardia medica di Campli. Il medico in servizio quella notte si è rifiutato di prestare una visita domiciliare e di valutare L'accaduto . Quest'ultimo si è limitato a dire di chiamare l'ambulanza nonostante gli avevamo chiesto espressamente di venire presso la nostra abitazione, dato che la sede della guardia medica dista un km da casa.

ore 1:00 circa. È stato chiamato il 118 per il trasporto presso l'ospedale civile di Teramo dov’è sono stati eseguiti esami diagnostici e di conseguenza l' effettivo ricovero presso l' UOC di ortopedia e traumatologia. Durante l'ospedalizzazione di mia madre ci era stato riferito che l'intervento chirurgico poteva essere eseguito il pomeriggio del giorno stesso, ma avendo avuto un'emergenza l’intervento è stato rimandato al giorno seguente garantendoci che fosse eseguito in data 6 settembre, mia madre è stata messa a digiuno per tutta la giornata, ma intorno alle 18 ci è stato comunicato che l’intervento era stato rimandato al giorno seguente non assicurandoci che potesse essere eseguito.

il 7 settembre il dirigente medico del reparto di Ortopedia e Traumatologia ci ha comunicato l' improbabilità di procedere all'operazione sia quel giorno che il successivo, per motivi di gestione di sala operatoria.

Il costante stato di digiuno a intermittenza di mia madre e l'immobilizzazione a letto le hanno generato uno stato cognitivo alterato e la comparsa di una piaga da decubito nella regione sacrale. Avendo ricevuto queste informazioni abbiamo ritenuto necessario il trasferimento presso l'ospedale San
Salvatore di Atri in cui ci è stato precedentemente garantito l' intervento per il giorno 8 settembre .

All' arrivo presso la struttura ospedaliera il personale sanitario competente era all’ oscuro dell’effettivo ricovero di mia madre dato che gli organi competenti non aveva comunicato nulla. Il personale sanitario del UOC di ortopedia e traumatologia di Atri ha avuto tutte le competenze necessarie per gestire il caso e soprattutto ha dimostrato qualità quali empatia, cordialità e professionalità ovvero competenze basilari che abbiamo ritenuto assenti del personale sanitario dell’ ospedale civile di Teramo.

L’intervento è stato eseguito dal Dott Di Mauro e ha avuto un buon risultato. Mi sento in dovere di ringraziare tutto il personale sanitario e medico del reparto di U.OC di Ortopedia e traumatologia di Atri. Vorrei ringraziare il reparto di lungodegenza in particolare la dottoressa Fabrizio Alessandra e l‘infermiere Pantone Marco. Il nostro ultimo ringraziamento va a una persona speciale che io auguro di trovare a tutte le persone che si trovano in una struttura ospedaliera e che hanno la necessità di cure e di umanità: il dottor Marino Enrico; inoltre mi sento in dovere di dire che è necessario da parte di ogni persona che eserciti all’ interno di un ambito sanitario o ospedaliero di pensare che i pazienti che hanno il dovere di accudire e curare sono esseri umani con necessità specifiche e non numeri senza sentimenti a prescindere dalla loro età.
Infine colgo l’occasione per affermare che il medico moderno si affida agli esami di laboratorio diventando un freddo distributore di informazioni, ma se con il nuovo metodo ne sa di più e prima sulle malattie, continua a non sapere nulla del paziente poiché gli manca quel calore umano e quella sensibilità che vede il paziente nella sua interezza, cogliendo solo frammenti di ogni singolo e non osservandolo più nella sua totalità.

Alessia Fratoni