Niente aiuti per chi aiuta. Questo il grido dei proprietari di alcune delle strutture recettive rosetane che dall'8 giugno sono fuori dagli elenchi dedicati al servizio di accoglienza riservato ai rifugiati ucraini.
"Da aprile io e i miei colleghi stiamo tirando avanti pur non ricevendo i fondi statali; l'estate appena trascorsa ha portato solo chiacchiere e perdite di incassi, nonostante i numerosi contatti e incontri con le istituzioni" dichiara, documenti alla mano, Anthony Romani, il proprietario dell'hotel La Baia del Re di Cologna spiaggia, per denunciare la tragica situazione in cui si trovano gli ospitanti e gli ospitati.
I rifugiati ucraini, infatti, risultano "occupare abusivamente la struttura", citando testualmente le parole contenuto nell'ultimo scambio di informazioni avvenuto con la Protezione Civile in data 21/09/2023, con riferimento al fatto che avendo loro rifiutato le altre soluzioni offerte non possono più ritenersi ospiti legittimi della struttura.
Ma "è umanamente impossibile mandarli via" spiega ancora Anthony Romani"qui ci sono donne e bambini che dopo due anni si sono ambientati bene, i ragazzi vanno a scuola, hanno amici, qualcuno quest'estate aveva gli esami. La soluzione non è cacciarli. Anche perchè non avrebbero dove andare. A pagare un affitto non riescono, le alternative che sono state offerte non possono neanche essere prese in considerazione. Bisogna che chi di dovere si prenda le proprie responsabilità. Noi abbiamo non ci siamo mai tirati indietro quando è stato il momento di accogliere ed aiutare, ne siamo ben felici. Ma siamo anche noi adesso ad aver bisogno di aiuto... e lo Stato non ascolta."
Per far sentire le loro ragioni, i profughi ucraini sono pronti a dare inizio a uno sciopero della fame, il metodo di protesta politica non violenta più antico e ricorrente della storia.
Yulia e Kira, madre e figlia nonchè due ospiti dell'hotel Baia del Re, raccontano in un italiano più o meno faticoso "Vogliono farci andare via, cambiandoci regione, mandandoci in paesi sperduti dove non c'è neanche una scuola. Noi qui stiamo bene, ma ci dispiace per la situazione che gli albergatori stanno vivendo. Da domani smetteremo di mangiare finchè non ci ascolteranno."
Condizioni incresciose, quindi, quelle in cui da mesi sono costretti a convivere ospiti e ospitati, nel silenzio di richieste inascoltate denunciate nella conferenza indetta questa mattina, affinchè la comunità tutta possa rendersi conto della gravità delle circostanze.