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Screenshot_2023-10-24_alle_07.17.48.pngUn toro che schiaccia una lupa: è da questa incisione su una moneta antica che comincia la storia dell'Italia. Anzi, degli "italici", il cui simbolo è il toro: hanno tutti la stessa origine indo-europea, ma abitano territori diversi tra Abruzzo, Puglia e Campania. La lupa, invece, è lo stemma indiscusso di Roma che sta ampliando con prepotenza i suoi confini. Lo scontro tra i due 'animali' si accende nel 90 a.C.: i romani non riconoscono ai popoli italici la cittadinanza e questi insorgono. Per la prima volta, però, si uniscono in una lega, formano una capitale, Italica, e battono moneta, proprio quella con il toro che schiaccia la lupa. La città di Corfinium (oggi Corfinio), per la sua marcata propensione all’indipendenza, si scontrò più volte con Roma, che ne cambiò più volte in poco tempo lo status giuridico proprio in relazione alla cittadinanza romana. Nella guerra sociale contro Roma, Corfinium fu eletta come capitale della Lega Italica e di una porzione di territorio chiamato “Italia”. In questa fase la città si chiamò temporaneamente Italica, ebbe una propria struttura amministrativa ispirata a quella romana, e una propria moneta in competizione con Roma. Sulla faccia principale della moneta era incisa la scritta “Italia” accanto all’immagine di una donna con in testa una corona di alloro. L'obiettivo è costruire uno stato che fermi l'avanzata romana.
È questa la storia raccontata su Rai Storia in 'Cronache di Terra e di Mare', il nuovo programma ideato e condotto da Cristoforo Gorno. Gli italici occupano territori diversi, ma sono molto simili tra loro. Hanno le stesse origini, venerano divinità simili, sono contadini e pastori dediti alla guerra, ma il popolo più agguerrito e organizzato è senza dubbio quello dei sanniti, acerrimi nemici dei romani. I due popoli all'inizio erano legati da una forte amicizia e da un patto di reciproco rispetto, ma questo viene rotto da un'abile mossa della diplomazia romana. I sanniti vogliono espandersi verso il Tirreno e decidono di attaccare la città di Capua, ma i romani, sotto richiesta della città minacciata, la inglobano nel loro territorio: comincia così la prima guerra sannitica (343 a.C). Seguiranno altre due guerre che porteranno alla resa incondizionata dei sanniti, nonostante l'umiliazione delle Forche Caudine subita dai romani durante la seconda guerra sannitica del 321 a.C.: i legionari sconfitti erano stati costretti a passare disarmati in mezzo a due forche, mentre i vincitori li ferivano e deridevano. Il rispetto reciproco tra romani e sanniti verrà recuperato
solo una decina di anni dopo la prima guerra italica, a sancirlo nuovamente una moneta: su un lato sono raffigurati i due profili uniti di Roma e dell'Italia e sull'altro Ops, la dea italica dell'abbondanza, che stringe la mano alla nemica di un tempo.