Qualche giorno prima di essere ricoverato, per il ricovero che l’avrebbe poi portato alla morte, il vicequestore Leonardo Romano aveva chiesto aiuto a Certastampa. Non riusciva ad ottenere un pass per parcheggiare nei posti riservati ai diversamente abili, pur avendo ottenuto il riconoscimento di un’invalidità pari al 67%, così chiese al nostro sito di raccontare la sua storia. Voleva che si dicesse che si trattava di lui (per questo lo facciamo oggi) ma preferimmo pubblicare il suo appello in maniera anonima, perché un diritto è un diritto sempre, non in base al nome di chi chiede che venga rispettato. In quell’occasione, però, ci raccontó dei suoi problemi di salute e di come, pur tentando molte soluzioni, non riuscisse a venirne a capo. Una circostanza che arriva oggi alle attenzioni della magistratura, che ha aperto un’inchiesta sul decesso dell’ex vicequestore. Sulla base di un esposto presentato dai familiari, infatti, la salma è stata sequestrata e il funerale previsto per domani, è stato rinviato a data da destinarsi.
L'autopsia, non ancora fissata, chiarirà la causa della morte del vice questore Leonardo Romano, 71 anni. La famiglia ha presentato un esposto in procura e il pm ha disposto l'acquisizione delle cartelle cliniche e l'esame autoptico.
Romano, originario di Chieti, era residente da anni nel quartiere Villa Mosca, a Teramo dove era molo conosciuto: ha prestato servizio in questura, ricoprendo ruoli dirigenziali di uffici e sezioni fin dalla metà degli anni 90, fino al suo pensionamento. Fra i vari incarichi, ha gestito a lungo l'ordine pubblico, è stato vice dirigente della squadra Mobile, capo della Digos e dell'Anticrimine, oltre a dirigere l'ufficio del personale.
Foto: Il Messaggero