Un palpeggiamento. Sarebbe questo il motivo della morte di Michele Faiers, la 66enne inglese uccisa dal compagno Michael Whitbread, 74 anni, con sette coltellate alla schiena, in un casolare di Casoli di Chieti. La donna, infatti, secondo una ricostruzione dei tabloid inglesi, avrebbe contestato al compagno l’esistenza di una relazione clandestina con una connazionale, venuta con il marito a vivere tra i borghi d’Abruzzo. Tra il compagno della vittima e questa donna, in occasione di una cena, ci sarebbero stati contatti inappropriati, in particolare un palpeggiamento che non sarebbe sfuggito alle stessa Michele. Da quel giorno, liti continue, scontri verbali costanti e l’ipotesi di lasciare tutto e tornare in Inghilterra, che la Faiers avrebbe confessato ad un’amica italiana. Quella stessa amica che poi, dopo l’ultima lite, finita in tragedia, scoprì il corpo senza vita. Il presunto femminicida è in carcere a Londra, in attesa che il governo di Sua Maestà dia corso alle pratiche per l’estradizione. L’accusa è omicidio volontario aggravato, in quella camera da letto, vicino al corpo di Michele, c’erano i suoi vestiti sporchi di sangue, abbandonati prima di prendere la macchina e tornare in Inghilterra.