Un segno rosso. Di rossetto che si fa cicatrice di un collettivo dolore, traccia simbolica del tanto, troppo sangue versato dalle donne vittime dei femminicidi. Anche il direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione, il professor Christian Corsi, ha voluto partecipare alla simbolica iniziativa delle matricole, che hanno voluto, con quel segno di rossetto, alzare il loro silenzioso grido di protesta contro la violenza sulle donne. Un gesto che riprende la campagna
#NONĖNORMALECHESIANORMALE, iniziativa promossa nel 2018 dal vicepresidente della Camera Mara Carfagna, in occasione del 25 Novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Un tratto di rossetto sotto l’occhio, deciso, evidente, barbaro, diventa il simbolo della lotta al femminicidio, lì per smuovere le coscienze e, si spera, anche la mentalità di un mondo ancora troppo maschilista e perverso.
Ad oggi l’abuso fisico, psicologico e sessuale colpisce il 35% delle donne in tutto il mondo; in Italia una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, è stata vittima di abusi nel corso della propria vita. Sempre nel nostro Paese, ogni tre giorni, una donna muore per mano di un uomo.