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Schermata_2023-11-24_alle_12.51.53.png Comincia ad assumere risvolti particolari, il caso del professore teramano arrestato perché accusato di violenza sessuale nei confronti di alcune sue studentesse. Nel corso dello svolgimento della fase processuale, che si sta ovviamente tenendo a porte chiuse, infatti, una delle studentesse avrebbe cambiato totalmente la sua versione. La studentessa, in particolare, sentita il 16 marzo 2022 dai Carabinieri, aveva dichiarato che, durante un’interrogazione tenutasi il 21 gennaio 2022, il professore «…avvicinatosi con la scusa…» di correggere un compito alla lavagna, avrebbe fatto in modo che il suo corpo per circa 10 secondi aderisse a quello della studentessa: « …si è attaccato alla mia schiena…» aveva raccontato l’adolescente.
Nel corso dell’udienza di alcuni giorni fa, però, l’accusa non è stata confermata e la studentessa ha ripetutamente e fermamente chiarito di non esser mai stata toccata dal professore, il quale le si era avvicinato solo per correggere quanto scritto alla lavagna nel corso dell’interrogazione.
La cosa che stupisce e che, in questa fase processuale, apre tutta una serie di considerazioni sulla vicenda, è che la ragazza che ha cambiato la sua versione si era anche costituita parte civile contro il docente.
A questo punto, i magistrati dovranno scavare a fondo, andando oltre la narrazione dei fatti, per capire se questa sia davvero la storia di un professore maniaco che abusava sessualmente delle studentesse o un docente vittima del racconto, amplificato da adolescenziali suggestioni di gruppo.
« Non mi guardava mai in faccia, ma sul corpo…», avrebbe detto una delle studentesse, ma il docente, per un problema di udito che interessa un orecchio, da sempre offre l’altro, quindi inclinando il capo e lo sguardo, verso chi gli rivolge la parola.
Sì, questa è una storia tutta da chiarire, anche perché tutti i fatti contestati, e che hanno portato all'arresto, si sarebbero verificati in aula, alla presenza di tutta la classe e dell'insegnante di sostegno.