Il tema, del convegno organizzato dall’Ordine e dalla Fondazione dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili di Teramo, era interessante: “Il rapporto Banca / Impresa”, la discussione lo è stata ancora di più.
Perché se in quello scegliere, volutamente, di non titolarlo sul rapporto “tra”, che sarebbe stato creare un vincolo di subalternità, una distanza intuibile, c’era la volontà di preferirgli quello slash che oggi, nel linguaggio della digitalizzazione non è dicotomico ma accorpante, non un muro ma un ponte, nella costruzione degli interventi si è intuito cosa fosse, in realtà, quello slash.
Siamo noi.
Noi, nel senso del nostro essere persone, e in quanto tali meritevoli di un’attenzione che non può essere incasellata nelle rigide regole di un questionario bancario, ma pretende lo sguardo, la conoscenza, la percezione diretta.
Nel suo saluto istituzionale, condito da ricordi personali che, nel loro scorrere attraverso la memoria, si sono innestati sui ricordi di chiunque fosse presente in sala, il presidente della Fondazione dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili di Teramo Alfonso “Dodo” Di Sabatino Martina ha sottolineato, appunto, la necessità di restituire all’azione delle banche quel fare antico dell’incastro alchemico tra gli individui.
Che era poi la base stessa del “fare banca” nei territori, come ha ricordato l’Amministratore delegato della Banca del Mezzogiorno, Cristiano Carrus. A proposito di Banca del Mezzogiorno (ovvero di quell’emanazione del Medio Credito Centrale che ha rilevato la Popolare di Bari, con tutta l’ex Tercas), lo stesso Carrus ha avuto modo di sottolineare quale e quanta sia la presenza della banca in Abruzzo, dove si genera un terzo del lavoro di tutto il gruppo. Una presenza di vicinanza, che BdM vuole rafforzare, facendosi sempre più portatrice di quella missione antica di “supporto” ai territori, ma declinata coi linguaggi del nuovo mondo e, soprattutto, coi rinnovati valori etici del mondo che verrà. Come ha avuto modo di sottolineare il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, la nostra città pretende un risarcimento, vanta un credito nei confronti di un sistema bancario che, nel volgere di un paio di “dicembri”, ha visto chiudersi una stagione indimenticabile.
Poi, sono venuti gli anni della conquista, dell’arroganza, della protervia, delle chiusure e delle spoliazioni.
Coi falsi vincitori che infierivano su vinti che vinti non erano, semmai erano orfani di un orgoglio.
Ed è solo ora, grazie ad un lavoro tanto nuovo da sembrare antico, che BdM si sta riappropriando di quel ruolo di Banca capace di ascoltare, e di partecipare alle vite dei territori. Decisivo, in questo senso, l’approdo di Valeria Franceschini nello studio che fu baricentro della vita economica e politica teramana, dal quale ha riavviato una stagione di ascolto, e di coraggio.
Monsignor Leuzzi, nel suo saluto, ha introdotto il tema delicato, ma fondamentale, della cultura, meglio: della riscoperta di una cultura solidale dell’economia, evitando quell’economia sociale che poi la presidente della Fondazione Tercas, Tiziana Di Sante, ha affidato alla platea, quale ulteriore spunto di dibattito.
Uno spunto ripreso, con garbo e attenzione, e riletto anche nell’ottica del nuovo modo di pensare l’economia dei territori, dal Presidente dell'Associazione Guido Carli, Federico Carli. L’onorevole Carla Ruocco, dirigente Mef, già Presidente della commissione parlamentare di inchiesta sui sistema bancario e finanziario, ha sottolineato quanto sia “‘indispensabile” la sinergia tra il mondo bancario e quello delle imprese e dei professionisti, ricordando anche quali e quanti mali abbia fatto, al sistema Paese, la scomparsa di quel rapporto sinergico. Un tema ripreso, poi, anche dal professor Roberto Velardi, ma letto nell’ottica dell’etica sociale.
Un convegno di grande interesse, che ha visto anche la partecipazione del Rettore Dino Mastrocola, del presidente della Provincia Camillo D’Angelo, della presidente della Camera di Commercio del Gran Sasso Antonella Ballone (puntuale la sua sottolineatura della condizione attuale delle imprese) e del presidente dell’Ordine dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili di Teramo Maurizio di Provvido