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Non arriverà alcuna svolta nell'omicidio di Renato Bellisari fino a quando non saranno rientrati gli accertamenti tecnici affidati dalla procura di Teramo ai Ris, i carabinieri del reparto investigazioni scientifiche di Roma che per due giorni hanno setacciato l'abitazione del 76enne di Intermesoli, ucciso con sette bastonate in testa quando era già steso a terra, in cucina. La procura mantiene lo strettissimo riserbo sull'inchiesta che, ad oggi, a distanza di una settimana esatta dal rinvenimento del cadavere dell'uomo, non vede alcun nome iscritto nel registro degli indagati. Preziosissimi saranno i risultati degli esami che i Ris dovrebbero rimettere a metà della prossima settimana: su tutti, l'esame del capello ritrovato addosso alla vittima e l'esame dell'orma che il possibile assassino avrebbe lasciato nel sangue appena fuori l'uscio di casa. Un'orma, questa, che però si presenta parziale e dunque rende ancora più complessa la ricostruzione esatta sia del modello della scarpa indossata, sia del numero della stessa. Il capello, l'orma e alcune impronte rilevate su un bicchiere ritrovato sul tavolo in cucina sono le principali tracce (ma non le uniche) su cui si fonda il lavoro degli investigatori. Intanto, ammontano ad oltre 60 le persone finora sentite dai carabinieri tra Pietracamela, Intermesoli, Tortoreto e Teramo: le località che la vittima, metodico come pochi dicono, aveva frequentato fino a poche ore prima di essere ucciso. L'omicidio, come accertato dall'autopsia, risale al pomeriggio di giovedì 25 settembre, presumibilmente tra le 16.30 (l'ora in cui Bellisari è stato visto in vita da una vicina di casa per l'ultima volta) e le 19 (quando il cugino Corrado Bellisari bussa alla sua porta per consegnarli alcune provette acquistate in farmacia e non ottiene alcuna risposta). La scoperta della tragedia avviene soltanto la sera del giorno successivo, venerdì 26 settembre. L'assassino o gli assassini hanno un vantaggio di un giorno e un soffio sulle ricerche. Dell'arma del delitto, un bastone o una spranga, non vi è traccia. Così come non vi è certezza sul movente: anche se quello economico insieme alla pista della rapina ormai sembrano prevalere sulle altre. Il portafogli di Bellisari, con almeno 2mila euro in contanti, non è mai stato ritrovato. Contanti che il 76enne era solito portare con sè perchè non usava il bancomat. E’ stato accertato che l’anziano aveva addosso la somma, una parte della quale usata per pagare il conto dell’albergo di Tortoreto dove anche quest’anno, così come faceva sempre, aveva trascorso un periodo di vacanza al mare. Dalla casa al civico 2 di via Beracca a Intermesoli mancano anche le chiavi. L'assassino o gli assassini le avrebbero portate via nella fuga. La sorella della vittima, Chiara, arriverà dal Canada solo quando il pm, Andrea De Feis, avrà concesso il nulla osta per i funerali e la sepoltura. Non prima della fine della prossima settimana. RENATO BELLISARI OLYMPUS DIGITAL CAMERA