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PatlombÈ morta Patrizia Lombardi. Aveva 65 anni. Era ricoverata al Mazzini, in seguito all’aggravarsi di una condizione di salute già minata da alcune patologie, scoperte purtroppo solo in fase avanzata. Era stata sottoposta ad interventi chirurgici e poi, a lungo, tenuta dai medici in coma farmacologico, nella speranza che il fisico reagisse alle cure. È stato un estremo tentativo. Negli ultimi giorni, viste le sue condizioni, i medici avevano deciso di trasferirla all'hospice, dove  “Patty” si è spenta oggi. 

Giornalista, scrittrice, blogger, vincitrice di premi letterari e giornalistici, tra i quali il Premio Teramo, penna di grande talento, con uno stile tutto suo e inconfondibile, Patrizia Lombardi aveva scritto per quotidiani e periodici locali, prima di aprire un suo blog personale (telodicepatty.it) molto seguito.

Aveva per la scrittura una spontanea devozione. Un sacro rispetto per le parole. Un religioso trasporto per l’accuratezza del narrare. Nulla, nel suo scrivere, era improvvisato, c’era sempre una ricerca, un’attenzione, un cesellare ad arte la frase, il periodo, il racconto.

Amava scrivere.

Era il suo modo di stare al Mondo. Era il suo modo di evadere da una realtà che, troppo spesso e in troppi modi, le aveva reso difficili i giorni.

È assurdo il modo feroce con il quale, a volte, la sorte scelga di accanirsi contro qualcuno, colpendolo con un’incomprensibile durezza. Anzi: con mirata ferocia.

Per Patrizia, nulla è stato mai facile. Nata benestante, figlia di una conosciuta famiglia di commercianti, proprietari anche di una famosa  ferramenta, con un padre in vista, al punto di diventare presidente del Teramo, Patty sembrava destinata ad una classica vita borghese, di quella borghesia provinciale sana però, che ama leggere e magari si interessa d’arte. Era bella, da giovane. Lo diceva spesso,  quasi con il vezzo di aspettarsi la conferma che lo fosse ancora. Poi, gli dei invidiosi, come in una tragedia greca, avevano cominciato a prenderla di mira. E gli dei, quando vogliono, sanno essere bravissimi. Tutto, nella vita di Patrizia, era diventato difficile, ma non useremo le righe di questo ricordo, per offrire a chi non le volle bene un’ennesima occasione di pettegolezzo. Non useremo questo articolo per dettagliare le tante, troppe occasioni di dolore che hanno reso la vita di Patrizia complicata ai limiti, a volte, dell’insopportabile. Perché non vogliamo offrire, ancora una volta, occasioni di compassione ipocrita a quella fascia di teramani che, nei confronti di Patrizia, hanno assunto sempre posizioni sbagliate. E leggere, in questi giorni, la vicinanza falsa e di facciata anche di chi, nella nostra professione, mai ebbe per lei e con lei una vera attenzione professionale, ci spinge ancor più ad accompagnarla con il silenzioso abbraccio di chi, al contrario, sapeva condividerne idee ed emozioni. Patrizia Lombardi non c’è più, ma ci piace pensare che c’è un angolo del cielo dal quale, finalmente libera, potrà dedicarsi alla sua passione: guardarci… e scrivere.