“Se l’agricoltura messa in ginocchio dal maltempo della scorsa primavera avrà parte delle risorse necessarie a risollevarsi è per la decisa mobilitazione del centrosinistra, che con un emendamento aveva chiesto 25 milioni di euro di ristori, riuscendo a ottenerne poco più della metà. Una dimenticanza non da poco quella del centrodestra, che aveva lasciato sole centinaia di attività danneggiate, esattamente come aveva fatto con le famiglie, l’anno scorso, quando siamo riusciti a far stanziare risorse che questo Governo regionale non aveva minimamente pensato di mettere in campo per la comunità abruzzese. Una linea, quella adottata finora, che rispecchia cinque anni di promesse fatte e non mantenute e che questo bilancio conferma, con scelte che poco incidono sulle priorità della regione”, così i consiglieri regionali dei gruppi del PD, Legnini Presidente e Abruzzo in Comune.
“Scelte decise a sostegno di famiglie e imprese non ci sono mai state in questi cinque anni di centrodestra, Marsilio non se ne voglia ma i provvedimenti più importanti sono quelli che abbiamo fatto inserire noi – affermano Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Americo Di Benedetto e Sandro Mariani- . Con l’emendamento sull’agricoltura avevamo chiesto risorse utili a dare una risposta concreta a un settore letteralmente messo in ginocchio dal maltempo di maggio e giugno, che ha falcidiato i raccolti di tante colture e colpito a morte quelli del settore vitivinicolo a cui la Regione fino a oggi non ha dato nessuna risposta. La proposta di un indebitamento, tramite la Fira, non potevamo considerarla una soluzione, da qui la proposta di un sostegno che avrebbe aiutato tanti, specialmente i 15.000 viticoltori a respirare di nuovo. Non solo agricoltura, sempre grazie al nostro impegno siamo riusciti a far stanziare in bilancio circa 4 milioni di euro in tre anni (2024-2026) per sostenere le Onlus e le APS e consentire l’esenzione dell’Irap, che consentirà a molte realtà del terzo settore che non hanno finalità commerciali di continuare a operare per la collettività in ausilio e spesso anche in sostituzione degli enti locali. Con una risoluzione (proponenti Blasioli e Paolucci) avevamo chiesto l’estensione dell’esenzione lrap a tutti gli Enti non commerciali presenti nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, per evitare che le spese e gli oneri a loro carico siano più imponenti delle loro attività a livello contabile.
Un ultimo risultato è stato il rifinanziamento della l.r. 28/2021 cioè la legge che stanzia i contributi a sostegno dell’acquisto di dispositivi per contrastare l’alopecia secondaria e attività di supporto in favore dei pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia. Questa legge che avevamo fortemente voluto era stata impugnata dal Governo dinanzi alla Corte Costituzionale che ha dato ragione alla nostra Regione e il suo stanziamento di 250.000,00 € annui era stato diretto ad altre finalità dalla Giunta Regionale. Dopo la sentenza del 28 luglio 2023 però la Giunta Marsilio non l’aveva rifinanziata. Con un emendamento è stato introdotto una copertura di soli 100.000,00 rispetto ai 250.000,00 euro iniziali, ma questo fondo consentirà di pubblicare i primi bandi e a tante donne di presentare domande. Naturalmente torneremo a chiedere il ripristino integrale del fondo.Per il resto il bilancio approvato, che avrebbe dovuto raccontare i cinque anni di amministrazione, non riesce a incidere positivamente sulla vita degli abruzzesi, tradendo tutte le promesse fatte”.
Priorità al palo.
I giovani. L’Abruzzo perde 35.000 under 40 e non guadagna nessun impegno serio per impedire la fuga e consentire il rientro. La Regione di Marsilio ha bloccato per cinque anni una proposta di legge per sostenere i giovani e impedire la loro fuga, mai discussa in commissione, né calendarizzata. E anche sulle borse di studio il finanziamento ad oggi previsto in bilancio è di soli 5 Mln. di €. a fronte di un importo necessario di 15 Mln. Questo significa che quando la nuova giunta regionale si insedierà dovrà trovare le coperture e ciò finirà per ritardare queste erogazioni ai giovani capaci e in difficoltà economiche.
Agricoltura. Fino a oggi zero gli euro a sostegno del comparto primario, nessuna riforma e l’annunciato potenziamento della rete irrigua, è un sogno irrealizzabile, visto che dopo cinque anni di governo l’Abruzzo non ha progettato nulla per poter attingere ai fondi del PNRR, 1,6 miliardi di euro.
Fondi europei. Fallimentare anche sul fronte della spesa di risorse europee il governo Marsilio, che a fine consiliatura certifica 133 milioni di risorse non utilizzate. Che l’Abruzzo collezionasse solo brutte figure in materia di impiego e spesa dei Fondi UE lo andiamo dicendo ormai da anni, l’ultima volta è solo di pochi mesi fa, ma oggi a confermarlo è l'Autorità di certificazione della Regione Abruzzo stessa, che nero su bianco ha cristallizzato una spesa pari al 70,63% sul FESR e al 62,44% sull'FSE e il fatto che ben 133 i milioni di euro risultano non utilizzati da questa Giunta, nonostante la proroga Covid. Non solo ci confermiamo fra le peggiori regioni italiane per utilizzo dei Fondi strutturali, ma queste risorse non potranno essere impiegate in ambiti importantissimi e strategici quali le politiche attive e passive del lavoro, la formazione, gli investimenti per le imprese, il risparmio energetico.
Imprese. Nessuna delle iniziative proposte a favore delle imprese e dei comparti produttivi è stata adottata affinché le imprese locali potessero essere rafforzate, un’inerzia che vede le imprese artigiane perdere 1.880 unità, una perdita del 6,29 per cento, più del doppio del dato italiano.
Infrastrutture portuali. Fallito il progetto di creare un sistema portuale autoctono, fallito anche quello di di spostare l'Autorità portuale a Civitavecchia e attivare il Corridoio 5 su cui viaggiano merci e progetti del resto d’Europa.
Infrastrutture viarie e ferroviarie. Male le infrastrutturali stradali, su cui si registra solo il definanziamento delle opere del Masterplan. Le autostrade restano vetuste e poco manutenute, e sui pedaggi, oltre al danno la beffa che il governo amico ha persino licenziato il tavolo con i sindaci abruzzesi. Nessuna opera certa su ferro, di definito c’è invece la perdita di 620 milioni di PNRR per la velocizzazione della linea Roma Pescara e di ulteriori 800 mln sulle altre linee di finanziamento, oltre all’incertezza sulla sorte dei 7,2 miliardi destinati alla ferrovia.
Trasporti. Si chiude la consiliatura con un trasporto pubblico che affoga fra i disservizi e inadempienze pesanti circa gli accordi presi e le norme vigenti a livello contrattuale. La Regione resta sorda anche alla mobilitazione delle sigle sindacali, a conferma della totale assenza di governance di un altro settore strategico dei collegamenti interni ed esterni all’Abruzzo. Dopo le ripetute perdite e abbandoni registrati all’Aeroporto d’Abruzzo a causa delle mancate scelte della Saga, va male anche il trasporto su gomma, afflitto da gravissime mancanze strutturali che il centrodestra non è stato capace di colmare.
Sanità. In cinque anni la programmazione e l’edilizia sanitaria sono ancora sulla carta. Della consiliatura Marsilio non ricorderemo opere, ma solo annunci e debiti. La sanità, fra i tanti bluff del governo regionale di centrodestra, è quello più grosso e dagli effetti peggiori per la comunità: oggi i cittadini pagano servizi e prestazioni che non ricevono. Intanto in Abruzzo crescono le liste di attesa e i deficit delle 4 Asl, arrivati ormai oltre i 170 milioni di euro, come rileva anche la Corte dei Conti. L’unico primato tangibile è aver riportato la sanità regionale indietro di dieci anni, costringendo alla fuga migliaia di pazienti, nonostante la trincea di medici e operatori sanitari che ogni giorno cercano di salvare vite e curare chi non ha risorse per migrare.
Diritti. Nemmeno sul fronte civile l’Abruzzo di Marsilio riesce ad essere memorabile. L’occasione di lasciare un segno nella lotta alla violenza di genere e a favore di un’educazione alla parità approvando subito la nostra proposta di legge già pronta per andare in aula langue. Il Consiglio regionale avrebbe potuto trasformare la nostra proposta su questi temi in legge entro il 2023, dando le coperture per intervenire e la forza di diventare efficace già da gennaio. Era una questione di volontà, come quella di dare la differenza rispetto al resto d’Italia approvando la nostra proposta di legge sulla parità salariale, ma a questa maggioranza oltre che il coraggio di portare avanti tematiche “nuove” e fortemente sentite, è mancata la volontà di cambiare in meglio oltre che la vita anche gli orizzonti dell’Abruzzo e degli abruzzesi. E il risultato è sotto gli occhi di tutti.