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A Casemolino, popolosa frazione del Comune di Castellalto, è andata in scena una rappresentazione insolita: la storia di San Giuseppe. In un periodo un cui sembra più naturale organizzare presepi e rappresentazioni con la figura di Gesù al centro, Casemolino ha voluto fare luce su una figura apparentemente marginale, ma che in realtà è pregno di significati e sfaccettature. "Il patrono della Chiesa Universale, il Santo cui Papa Francesco ha dedicato l'anno 2020 per impersonare colui che si "prende cura" (come i medici, gli operatori sanitari, le forze dell'ordine, i religiosi si sono presi cura di tutti in quell'anno funesto) nel silenzio con abnegazione e fede, San Giuseppe è una figura indispensabile, perché senza di lui nulla sarebbe potuto essere e il Verbo non si sarebbe potuto fare carne", dice Sonia Delle Monache, regista e sceneggiatrice dell'evento, nonché Presidente dell'Associazione "Casemolino nel Cuore" che ha organizzato l'evento. Gli abitanti di Casemolino e alcuni amici esterni dell'Associazione hanno interpretato i personaggi che hanno fatto parte della vita di Giuseppe, ne hanno messo in scena gli eventi più importanti, fin quando il Santo, a 50 anni (vecchio per quei tempi), muore. E Giuseppe muore di una morte dolce, tra l'affetto dei suoi cari che hanno amato l'uomo giusto che è sempre stato, e con accanto Gesù, il quale va verso il futuro di redenzione di cui è Messia. Momenti intensi e di commozione generale fino alla conclusione di trionfo della fede. Il parroco del paese, don Cristoforo, ha affiancato il gruppo, supervisionando il copione per evitare errori teologici. Il coro della chiesa ha partecipato con alcuni brani, tra gli altri abilmente scelti dal Maestro Donato Reggi. Ad aprile scorso, Casemolino aveva portato in scena La Passione, ora ha scelto la vita di San Giuseppe: resta la curiosità di conoscere la prossima e sicuramente altrettanto originale idea della neonata Associazione Casemolino nel Cuore.