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 PHOTO-2024-01-20-17-18-04.jpgPHOTO-2024-01-20-17-18-05.jpgInaugurata oggi via Biancone, nel quartiere di San Benedetto. Avvocato, Umberto Biancone è stato decorato con medaglia per la prima guerra mondiale, Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, antifascista, socialista liberale, giornalista, editore, bibliotecario.
Nato a Teramo il 3 marzo 1893, Biancone s’era messo in luce nel 1910 per avere partecipato con alcuni coetanei al riordino della sala di lettura annessa alla biblioteca “Delfico” e per aver compilato nel 1913 “L’Agitazione”, testata a numero unico fatta uscire per protesta contro la punizione di alcuni studenti dell’Istituto “Comi” di Teramo. L’anno dopo, il 15 agosto 1914, esordiva a Teramo “Il Risveglio”, il cui intento indicato nel sottotitolo (“problemi della vita abruzzese”) era di serbare attenzione civico-amministrativa su temi economici e questioni sociali della regione. A dirigere la testata, caratterizzata dal tono polemico, era proprio Biancone, parallelamente responsabile anche de “Vita Nova”, foglio d’intonazione letteraria.
Biancone nel settembre 1915, era entrato a far parte con l’incarico di bibliotecario, nel Comitato direttivo dell’Associazione della stampa di Teramo costituitasi per superare divisioni e divergenze tra i rappresentanti delle testate locali. S’era inoltre speso con generosità nell’Ufficio per le notizie alle famiglie dei richiamati, sorto in seno al Comitato di Preparazione Civile di Teramo.
Nel primo dopoguerra Biancone, conseguita la laurea in Giurisprudenza ad Urbino, era impegnato come corrispondente di vari giornali (da “Il Giorno” al “Mattino” di Napoli, dal “L’Epoca” al “Progresso” di Bologna al “L’Idea Nazionale” di Corradini).
Per le elezioni del 6 aprile 1924 “Il Risveglio” aveva appoggiato una delle liste presentate nella circoscrizione abruzzese-molisana, quella massonica di Opposizione Costituzionale. Il modesto risultato conseguito a Teramo dalla lista non impediva che nell’agosto successivo venisse costituito un Comitato di opposizione formato da Socialisti Unitari, partiti popolare e repubblicano, democratici ed esponenti di “Italia Libera”.
Biancone, pur avendo subito un’aggressione da parte di Nino Nanni, direttore del “Solco” organo locale del Fascismo, e nonostante il montante clima di intimidazione, non aveva fatto mancare la sua adesione all’Unione Nazionale di Giovanni Amendola, la cui sezione teramana era stata costituita il 30 aprile 1925. Ma la sua appartenenza alla Massoneria, messa fuori legge nel maggio seguente, ne determineranno l’arresto, sebbene con una reclusione di breve durata, cui seguirà la chiusura nel 1926 de “Il Risveglio”. Da questo momento Umberto Biancone, si dedicherà pressoché esclusivamente all’attività forense non trascurando la ricerca scientifica.
Adoperatosi con grande generosità nel periodo bellico, affiancando il parroco di Collevecchio don Gregorio Ferretti, per far ottenere a giovani contadini i documenti necessari per l’esonero dal servizio militare, come rappresentante della Democrazia del Lavoro, Biancone entrava a far parte del primo Comitato Provinciale di Liberazione provvisorio. Consigliere quindi nell’amministrazione provinciale presieduta da Vito Caravelli, tornava a misurarsi con l’attività giornalistica. Nel 1945, compariva infatti nelle edicole “Il Risveglio Abruzzese”, periodico d’appoggio al Partito Democratico del Lavoro con sede nello studio dello stesso Biancone, il quale ne assumeva la direzione.