L’idea di illuminare il Gran Sasso d’Italia di rosa in vista della tappa del futuro Giro d’Italia è un’idea poco originale che sicuramente non aggiungerebbe nulla alla bellezza della vetta più alta dell’Appennino.
Il Gran Sasso non ha bisogno di essere illuminato artificialmente dall’uomo come una specie di gigantesco albero di natale, essendo illuminato nei tempi giusti e meravigliosi della natura.
La ricerca di sempre nuove forme di sfruttamento delle risorse naturali non rappresenta certo una forma di progresso, ma – al contrario – un andare indietro. È sbagliato pensare che tutto sia sempre e comunque possibile, anche all’interno di un’area che è tutelata a livello regionale, nazionale ed europeo.
Non vi è nulla di culturale né di promozionale nello sprecare energia per colorare di notte una montagna perché non sarà certo una illuminazione artificiale a far conoscere di più il Gran Sasso d’Italia che già ora è una montagna conosciuta ed apprezzata, nonostante i ritardi nella sua valorizzazione dei quali non è certo responsabile il Parco. Lo spopolamento dei comuni montani, iniziato ben prima dell’istituzione dell’Ente Parco, dipende dal modello di sviluppo imperante e se si vogliono ricercare responsabilità andrebbero ricercate anche tra quanti amministrano questi territori. Lo dimostra, ad esempio, l’incapacità dimostrata nel gestire la stazione sciistica dei Prati di Tivo ferma da anni nonostante i milioni di euro di fondi pubblici che vi sono stati buttati.
Se si vuol dare veramente alla montagna teramana la possibilità di crescere anche dal punto di vista turistico, si deve sviluppare un progetto di marketing territoriale che coinvolga tutti i soggetti presenti sul territorio con l’obiettivo di valorizzare il nostro patrimonio naturale e non semplicemente sfruttarlo momentaneamente.
Nello caso specifico, l’Ente Parco è stato chiamato ad applicare una legge votata dal Parlamento che prevede che chi propone un intervento nel territorio del Parco sia tenuto a presentare nei tempi e nei modi stabiliti dalla legge la documentazione necessaria: Comuni e Provincia lo sanno bene, visto che loro stessi sono soggetti deputati a rilasciare autorizzazioni. Non vi può essere discrezionalità nell’azione degli enti pubblici e laddove vi sono storture, chi vede respinta la propria richiesta di autorizzazione può rivolgersi al giudice amministrativo e far valere le proprie ragioni.
Anche se ormai può suonare strano, non si amministra con i post sui social network e i comunicati stampa, ma con gli atti concreti. Per questo la conferenza stampa organizzata dal GAL Gran Sasso Laga insieme alla Provincia di Teramo e ai Comuni di Isola del Gran Sasso e di Pietracamela sul diniego dell’Ente Parco non rappresenta un buon esempio di collaborazione tra Enti, proprio quella collaborazione che viene giustamente richiesta dagli enti locali, ma che non può trasformarsi in un diritto a veder approvato tutto quello che si propone.