“Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova”, titola la commedia di Giuseppe Giacosa, datata 1870.
Eh già, cambiare la via vecchia per quella nuova è sempre un rischio, soprattutto per chi in quella vecchia via ci vive da quasi trent’anni.
La via vecchia in questione è Via Vincenzo Pilotti a Teramo, Colleatterato basso, una striscia di strada comunale di duecento metri, tenuta male da sempre, dove vivono da quasi tre decadi circa 100 famiglie e, approssimativamente, 500 persone, adulti donne vecchi e bambini.
È successo che questi adulti, queste donne, questi vecchi e questi bambini da un giorno all’altro si sono ritrovati a vivere da un’altra parte, pure a non essersi mossi mai dai propri appartamenti, costati annosi mutui e parche cene.
Insomma, è successo che una mattina questi nostri concittadini si sono ritrovati a vivere in Via Umberto Biancone senza che nessuno li avesse avvisati, pur senza muovere un passo o fare faticosi traslochi, rimanendo fermi dov’è che stavano già da quasi trent’anni.
Si potrebbe pensare: Ma che bello! Ma che comodità, trovarsi di improvviso altrove – sì, ma senza un altrove.
La cosa parrebbe di poco conto. Una questione di lana caprina. Una inutile, ennesima polemica contro questa Seconda Amministrazione D’Alberto. Eh no, invece, perché questi nostri concittadini ora sono loro che dovranno muoversi tra uffici pubblici e privati per aggiornare documenti e anagrafe dei vari rapporti economici in corso: carta d’identità, patente, tessera sanitaria, passaporto, tesserino di invalidità, utenze, banche ecc.; che poi formano un battaglione di adulti donne vecchi e bambini, improvvisi orfani di Via Vincenzo Pilotti, che dovrà muovere, prima di tutto, verso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Teramo, perdendo intere giornate perché qualcuno, dall’alto della burocrazia più imbecille, di punto in bianco, ha deciso di cambiare loro di posto senza che muovessero un solo passo.
Ecco, una soluzione per scongiurare il disagio che questi nostri concittadini dovranno affrontare, potrebbe essere quella non di scartare il buon avvocato ed editore Umberto Biancone, ma di aggiungere al cartello questa scritta, appena sotto: “(già Via Vincenzo Pilotti)”.
Oppure, con buona pace del buon Biancone, sarà oggi legittimo rinominare idealmente questa via, questa striscia di strada comunale di duecento metri, tenuta male da sempre, dove vivono da quasi tre decadi circa 100 famiglie e, approssimativamente, 500 persone, adulti donne vecchi e bambini, Via dei Figli di Nessuno.
MASSIMO RIDOLFI