“Benedetto” (il cognome era pleonastico, sia pure essendo quello di una stirpe di appassionati sportivi) era un tifoso senza tempo. Lo ricordo presente al campo sportivo fin da quando cominciai ad andarci io, faceva di tutto, era l’uomo squadra. Si occupava di tutto, lui e lo sport erano la stessa cosa. Dico sport, perché non tifava Teramo e la teramanità solo sui campi di calcio, il glorioso Comunale e altri campi minori per poi essere presente anche allo stadio di Piano d’Accio.
Era ovunque la Teramo sportiva cercasse di dare il meglio di sé: cui campi di basket, di pallavolo, perfino sul campo di atletica. In vecchi filmati lo si vede volteggiare mani a terra e piedi in aria sul prato verde per una promozione, avvoltolato in un grande bandierone biancorosso come un guru indiano, ballare danze da riti tribali in mezzo ai tifosi esultanti, spargere il sale a centro campo.
Ha affiancato giocatori, preparatori atletici, presidenti, ha curato per anni e anni il mitico calendarietto, girando casa per casa per distribuirlo dopo aver girato negozio per negozio in cerca della pubblicità necessaria per stamparlo. Non si è fermato mai, e mi dicono che anche domenica scorsa era al Fadini a tifare Teramo.
Ai tempi della mia collaborazione a Radio Teramo, che stava a via Tevere, lui, che abitava al piano di sotto, collaborava con noi, così come il figlio, e anche ai tempi delle “mie” televisioni era sempre attivo e pronto a collaborare. Diede sostanza e vita al Club Biancorosso. Quando nel 1983 uscì il mio primo volume della storia del calcio teramano, mi diede una mano per distribuirlo a chi voleva acquistarlo. Alla fine era diventato un emblema, una figura carismatica. Ne sentiremo la mancanza. Non era Benedetto solo per sé, ma era “benedetto” per tutti.
E’ entrato a far parte di quel paradiso in cui già sono andati prima di lui tanti altri amanti del “Diavolo”.
Si è amareggiato, e perfino pianto, per le sue sconfitte, soprattutto negli spareggi sfortunati, ha esultato per le sue vittorie e per le sue tante resurrezioni.
Il suo ricordo ci accompagnerà sempre, nel tempo, oltre il tempo, senza tempo.
Elso Simone Serpentini