Avevano richiesto, ed ottenuto, attraverso false attestazioni, l’indennità “Collaboratori Sportivi” introdotta dal Decreto Cura Italia durante il Covid, ma quella organizzata dai dirigenti di un’associazione sportiva dilettantistica, che gestisce una squadra di calcio, era invece una truffa. L’indebita percezione è legata al fatto di non aver mai percepito, neanche sotto la forma del “rimborso spese”, alcun compenso sportivo prima dell’avvento dell’emergenza pandemica, conditio sine qua non per poter presentare l’istanza per l’ammissione al beneficio economico in questione. I collaboratori sportivi hanno ottenuto l’indennità con la compiacenza del presidente e del segretario amministrativo dell’ASD, allegando nella domanda accordi di rimborso spese predatati e posticci.A scoprire tutto è stata la Guardia di Finanza di L’Aquila, diretta dal Ten. Col. Luca Lauro, che ha condotto un’attività di Polizia Giudiziaria, dapprima d’iniziativa e, successivamente, delegata dalla locale Procura della Repubblica, La Finanza ha denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di L’Aquila 32 soggetti e di accertare, anche a seguito dell’effettuazione di perquisizioni e di mirate acquisizioni documentali, che i dirigenti dell’A.S.D. sono stati i promotori del disegno criminale, teso a far percepire, contra legem, l’aiuto economico ai giovani tesserati dell’associazione.
Nello specifico, i due responsabili dell’associazione avevano ideato e predisposto gli accordi di rimborso spese retrodatati, contattando ogni singolo giocatore, attraverso la piattaforma di messaggistica istantanea WhatsApp, facendosi mandare la foto delle firme, che, successivamente, avevano scansionato e riportato sugli accordi stessi, allegati alle domande presentate, facendo, indebitamente, ottenere ai tesserati (molti dei quali all’epoca dei fatti minorenni) l’indennità collaboratori sportivi per gli anni 2019/20 e 2020/21 per complessivi Euro 115.000.
Sulla base di tali evidenze investigative, la Procura della Repubblica di L’Aquila richiedeva, ed otteneva, dal G.I.P. presso il locale Tribunale, un provvedimento di sequestro preventivo nei confronti dei due dirigenti dell’ASD della somma indebitamente ottenuta mediante artifizi e raggiri in danno delle Casse statali.