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ruscittigianguidoDopo il sequestro di 700mila euro al Mo.Te, Montagne Teramane e Ambiente, la società per azioni a capitale pubblico che si occupa della gestione rifiuti e di cui il Comune di Teramo è azionista di maggioranza, ricorre al riesame per poter tornare a gestire i conti correnti completamente bloccati dalla Finanza a seguito dell'inchiesta. 

Secondo l'accusa del pm Stefano Giovagnoni, che ha chiesto il sequestro disposto dal gip Roberto Veneziano, i fondi regionali destinati alla costruzione di una piattaforma ecologica sarebbero stati usati per ripianare i debiti della società, a cominciare dal pagamento degli stipendi dei dipendenti. Oggi l'amministratore Ivan Di Cesare avrà un colloquio con i magistrati per cercare di venire a capo con meno dolori possibili a questa brutta vicenda.

Nell'inchiesta è indagato l'ex amministratore della società Ermanno Ruscitti: a lui la Procura contesta il reato di malversazione di erogazioni pubbliche. La Procura ipotizza nei confronti della società la violazione del decreto 231, ovvero quello sulla responsabilità amministrativa degli enti. Destinatari del provvedimento di sequestro sia l'indagato sia la società. Secondo la versione fornita dalla Finanza dell'Aquila, le indagini sarebbero scattate nell'ambito dell'attività finalizzata a verificare il corretto iter dei contributi erogati dal Programma di attuazione regionale del Par Fsc 2007/2013. In questo contesto sarebbe emerso che la società dopo aver ricevuto dalla Regione un contributo pubblico di circa un milione ne avrebbe usato 700mila euro per ripianare debiti della stessa società anzichè usarli per la destinazione prevista, ovvero la costruzione della piattaforma.

Su questa vicenda, il Sindaco di Teramo, ha preferito non rilasciare dichiarazioni.