Bocche cucite in casa Mo.Te, la società a capitale pubblico che si occupa della gestione dei rifiuti e di cui il Comune di Teramo è azionista di maggiolranza, dopo il maxi sequestro di 700 mila euro operato dalla Guardia di Finanza dell'Aquila. Bocche cucite da parte dell'amministratore unico: il commercialista Ivan Di Cesare che si affretta solo a dire che dopo l'incontro in Procura tramite l'avvocato Lettieri nominato per tutelare gli interessi del Mo.Te, la questione dello sblocco dei conti dovrebbe risolversi a stretto giro "perchè la Procura avrebbe compreso come stanno le cose e sarebbe disposta a sbloccare i conti correnti". Nell'attesa che il Mo.Te spieghi meglio, si apprende che Ermanno Ruscitti, indagato con l'accusa di malversazione di erogazioni pubbliche per aver utilizzato 700 mila euro di fondi Par Fsc destinati alla realizzazione di una piattaforma ecologica per il trattamento di imballaggi ed invece utilizzati per ripianare i debiti dell'azienda, ha fatto ricorso al Tribunale del Riesame tramite il suo legale Guglielmo Marconi.