Tra le province quella con il maggior numero di infortuni sul lavoro è Chieti (4.955 che corrisponde al 31% del totale regionale), seguita da Teramo (4.569, 29%), Pescara (3.314, 21%) e L'Aquila (2.976, 19%). A Teramo e Chieti sono 37 le denunce ogni 1.000 occupati, 9 in più di Pescara e L'Aquila. L'analisi di genere evidenzia che l'aumento delle denunce è connesso principalmente alla componente femminile, che è coinvolta in Abruzzo nel 45% e in Italia nel 41% degli infortuni, e registra in regione un +63% (da 4,4 mila a 7,1 mila casi) e a livello medio nazionale un +40%. Gli uomini fanno registrare 30 denunce su 1.000 lavoratori maschi, le donne 36 su 1.000 lavoratrici. Relativamente alla cittadinanza, l'incremento delle denunce regionali interessa principalmente italiani. Per quanto riguarda le classi di età dei lavoratori si rilevano aumenti in tutte le
fasce, particolarmente consistenti in Abruzzo tra gli ultra 64enni e prima dei 15 anni (incremento dovuto principalmente all'aumento infortunistico degli studenti).
Per dire basta morti sul lavoro, oggi, davanti alla Prefettura di Teramo si sono ritrovati tutti i sindacati.
"Non vogliamo più contare i morti. Sono urgenti risposte forti e un cambiamento radicale. Basta morti sul lavoro". E' quanto hanno dichiarato oggi in Largo San Matteo a Teramo Cgil, Uil, Feneal Uil, Fillea Cgil, Fiom Cgil, Uilm Uil Abruzzo proclamando due ore di sciopero e presidi in tutta la regione "per esigere maggiore sicurezza sul
lavoro dopo l'ennesima strage in un cantiere di Firenze". "Quella dei morti sul lavoro rappresenta una strage senza fine che ogni anno conta più di 1000 morti: una situazione
indegna di un Paese civile" dichiarano i segretari generali di Cgil Abruzzo Molise Carmine Ranieri, di Uil Abruzzo Michele Lombardo, di Feneal Uil Abruzzo Louis Panza, di Fillea Cgil Abruzzo Molise Silvio Amicucci, di Fiom Cgil Abruzzo Molise Alfredo Fegatelli e il coordinatore regionale di Uilm Abruzzo Nicola Manzi.
"Quanto avvenuto a Firenze e negli altri incidenti sul lavoro non è dovuto alla fatalità, ma è frutto di responsabilità precise: la modifica del codice degli appalti che ha introdotto il subappalto a cascata, la mancanza strutturale di controlli ispettivi, la non applicazione dei Contratti Nazionali del settore di riferimento, la mancanza di una legge che introduca la patente a punti per le aziende.
Non ha partecipato al presidio la Cisl impegnata in altra iniziativa a livello nazionale e incontri direttamente sul posto di lavoro. L'occasione è stata gradita ai candidati del centrosinistra per fare campagna elettorale a cominciare dal Luciano D'Amico.