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Da inguaribile goloso, mi sono sempre chiesto, invidiano i vari foodblogger, che sapore potessero avere quei cornetti quadrati che, tra Parigi e Torino, tra Roma e Napoli, spuntavano ovunque. Amante delle colazioni quale sono, speravo di poter prima o poi provarli, per verificare se fosse moda, voglia di novità o vera scoperta. A dare una risposta alle mie domande, è arrivata la signora Rosa del Grande Italia di Bellante, maestra riconosciuta delle segrete alchimie del gusto, che ha deciso di offrire alla propria clientela proprio lui, il cornetto quadrato. Approfittando della domenica, di buon’ora, sono andato a provare il cornetto quadrato… o forse dovrei chiamarlo quadretto? O cubetto? Vabbè, il nome non conta, conta il sapore. È il sapore… è una vera scoperta.

CubottorodaTanto per cominciare, non è un cornetto, ma è altro, nel senso che l’impasto ovviamente evoca quello del croissant, ma lo trasforma, costringendolo in una compattezza che non solo non ne altera la fragranza, ma ne amplifica il godimento al morso. Per dirla in dialetto, è più “gnessato” di un cornetto, ma proprio per questo mantiene quella punta di umidità saporosa, che lo rende straordinario.
Una sorta di sampietrino del piacere. Ma la vera emozione, quello che renderà questo cubotto di sfoglia un must dei miei risvegli, è all’inzuppo.
I gaudenti della prima colazione sanno, ahimè, quanto il cornetto, anche il migliore mai assaggiato, soffra al tuffo nel latte, perché la forma cornuta tende a cedere e l’mpasto s’ammolla, tanto da imporre tempi brevissimi di degustazione, a rischio di cedimento nella sottostante tazza.
Motivo per il quale, io preferisco da sempre la girella al cornetto.
Il cubotto no. Assorbe, ma non s’ammolla, s’imbeve ma non cede, s’impregna esaltando tutta la corposa maglia glutinica, ma senza indebolirla, anzi, facendola trionfare al palato con una rinnovata prepotenza.
È una vera scoperta.
Piacevolissima.
Non è un cornetto, è altro, diverso e a mio avviso migliore. Molto migliore. Il Grande Italia a Bellante lo propone impreziosito da un cuore di crema chantilly, ma su questa non dirò nulla, perché la signora Rosa è un’autorità in materia, e la sua crema dovrebbe figurare nel patrimonio dell’Unesco.

IL RE CENSORE