La cerimonia è iniziata con la relazione del rettore Dino Mastrocola, poi con gli interventi del rappresentante del personale amministrativo, del presidente del Consiglio degli Studenti, di un dottorando di ricerca e di un laureato dell’Ateneo che lavora all’estero.
E' stato poi il momento della prolusione del professor Enzo Di Salvatore, presidente del nuovo Corso di laurea in Diritto dell’ambiente e dell’energia, unico in Italia.
L’apertura ufficiale dell’Anno Accademico 2023/2024 è la decima nella storia dell’Università di Teramo, che ha appena celebrato il trentennale dalla sua istituzione avvenuta il primo novembre 1993 con il DPR 28 ottobre 1991, che stabilì il suo distacco dall’Università “G. D’Annunzio” di Chieti.
"La valutazione non la faccio in questa sede, ma la farò quando avrò tutte le risultanze dalle mie strutture", così il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, sulla vicenda della riserva del Borsacchio. La questione, ha detto, "è allo studio da parte di Ispra per
l'aspetto della riperimetrazione competente al mio ministero. Mi pronuncerò quando avrò i dati". "Noi abbiamo l'obiettivo, sottoscritto nell'accordo di Montreal, di avere il 30% delle aree terrestri e marine protette al 2030. Le valutazioni a livello locale, caso per caso, vanno fatte, anche con Regioni ed enti locali. - ha aggiunto il ministro - È simbolico e importante per me essere qui, perché proprio l'Università di TERAMO che avvia un nuovo corso di laurea in Scienze giuridiche dell'Ambiente".
Qui l'ntervento del Magnifico Rettore prof. Dino Mastrocola
Buongiorno a tutte e a tutti, saluto e ringrazio per la sua autorevole presenza l’Onorevole Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica.
Un saluto affettuoso ai numerosi Rettori ospiti e loro delegati e ai Dirigenti Scolastici convenuti, la loro presenza testimonia che Università e Scuola, sempre di più, si muovono in un’ottica di filiera formativa.
Saluto il Governatore Marsilio, al quale faccio i migliori auguri per il prossimo quinquennio da Presidente della nostra Regione, gli Assessori Regionali, il Presidente della Provincia, il Sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali di Teramo, con i quali stiamo lavorando per migliorare i servizi ai nostri studenti e, per quanto riguarda il Comune, all’interno del protocollo di intesa “Teramo città universitaria”, abbiamo da poco lanciato la carta dei servizi dello “studente” UniTE.
Saluto le altre autorità civili, militari e religiose e tutti i graditi ospiti.
Consentitemi di rivolgere un saluto affettuoso ai miei cari, in particolare a Mariella e Luca, che oltre ad essere, ci sono sempre, e a Domenichella che, dall’alto delle sue 90 primavere, ha sempre uno sguardo attento al mio operato, grazie mamma!, e ai tanti amici presenti.
Un caro saluto e un sentito ringraziamento ai membri del Senato Accademico, del CdA e degli altri organi di Ateneo, ai Rettori emeriti, un pensiero particolare e riconoscente va a Luciano D’Amico che mi ha indicato la strada per un rettorato al completo servizio della comunità accademica, ai Direttori Generali emeriti, alla Direttrice Generale, già Prorettrice Vicaria, grazie Angela!, ai Direttori dei nostri 5 Dipartimenti e ai miei Delegati, quello che abbiamo fatto in questi anni è stato grazie a tutti loro.
Saluto tutti i docenti, i ricercatori e gli assegnisti presenti, il personale tecnico amministrativo e di biblioteca; i vertici e il personale della Fondazione UniTE, il Presidente e il Direttore dell’ADSU che ringrazio in particolare per l’avanzamento dei lavori della casa dello studente presso il nostro ex rettorato. Lo studentato è un elemento fondamentale per la vita del nostro Ateneo rimasto, forse unico nel panorama universitario nazionale, senza una struttura di accoglienza per studentesse e studenti. Ringrazio e saluto con profondo affetto e riconoscenza le nostre studentesse e i nostri studenti: la nostra vera energia rinnovabile, signor Ministro. Le Studentesse e gli studenti incarnano l’attitudine umana a innamorarsi di ciò che tiene aperto l’orizzonte della vita: studiare, formarsi e acquisire competenze e, soprattutto, conoscenze, permette di esprimere opinioni, sviluppa la capacità di essere, di pensare e, fondamentalmente, di scegliere. Gli studenti meritano tutta la nostra attenzione e non i manganelli.
Grazie di cuore a tutto lo staff che da giorni lavora a questa manifestazione con competenza, dedizione, e grande capacità di affrontare e risolvere i problemi creati dal rettore.
Nonostante il mio percorso da rettore di UniTE volga ormai al termine, la mia emozione nel pronunciare il discorso inaugurale per l’Anno Accademico 23/24 davanti alla nostra meravigliosa Aula Magna così gremita e a lei signor Ministro, è la stessa del mio insediamento.
Il nostro è un piccolo Ateneo delle “aree interne”, autonomo dall’anno accademico 93/94 e pertanto giunto al suo trentennale che, dopo una breve parentesi di guida da parte del prof. Paolo Benvenuti, ha visto come rettore della fondazione e del consolidamento il professor Luciano Russi che ricordiamo sempre con grande affetto e profonda riconoscenza.
UniTE conta: 265 unità di personale docente, comprensivi di 58 ricercatori a tempo determinato, 194 unità di personale TAB, circa 6000 studenti di cui oltre il 60% è rappresentato da donne e circa 1500 matricole, ancora in crescita in questo anno accademico, con una significativa presenza di studenti stranieri. Questo dato, in linea con il sistema universitario regionale, è particolarmente significativo se consideriamo che l’Abruzzo negli ultimi 10 anni ha perso circa il 30% degli iscritti agli istituti secondari di secondo grado.
I nostri studenti e le nostre studentesse possono scegliere tra 25 Corsi di Laurea di cui: 2 internazionali in lingua inglese (1 con double degree con la ChulalongkornUniversity di Bangkok); 1 professionalizzante nel settore agroalimentare, un nuovo corso attivato in questo anno accademico, sul quale tornerò brevemente in seguito, e uno in corso di attivazione. Numerose sono le iniziative post laurea tra scuole di specializzazione, master, corsi di aggiornamento e specializzazione, TFA e corsi di formazione per insegnanti, sui quali, negli ultimi anni, stiamo puntando in modo particolare. Il nostro impegno verso una maggiore internazionalizzazione di UniTE passa attraverso 371 accordi bilaterali Erasmus e 67 accordi quadro di collaborazione internazionali extra UE, in tutti i 5 continenti, che hanno portato, negli anni post pandemici, ad un significativo aumento di studenti outgoing,incoming e di studenti stranieri iscritti ai nostri corsi.
Lo scorso anno, con una revisione del nostro statuto, siamo passati dalle Facoltà ai Dipartimenti, eravamo rimasti un po' indietro rispetto al sistema universitario nazionale, ma questo ci ha spinti a dare maggiore enfasi ed attenzione alla ricerca.
A proposito di impegno nella ricerca, è aumentato il numero di colleghi inseriti nel 2% del “World’sTop Scientist” e con un grande sforzo, anche economico, abbiamo riportato la notte dei ricercatori in centro città, anche a tal proposito ci aspettiamo un ulteriore e concreto aiuto da parte del nostro Comune; abbiamo rafforzato i rapporti con altri Atenei, Enti e Aziende sia a livello regionale che nazionale e anche grazie a ciò abbiamo intercettato nuovi progetti competitivi come il progetto VITALYTY che, unico in Italia, vede insieme gli Atenei di 3 regioni: Abruzzo, Marche e Umbria, raggruppati in UniHAMU, cari colleghi rettori anche in questa occasione abbiamo dimostrato di essere una bella squadra. Ricordo inoltre la Misura B4 Sisma che si concretizzerà nella realizzazione del Centro di Eccellenza Agroalimentare, consentitemi a tal proposito di ringraziare il Commissario alla ricostruzione, il Senatore Guido Castelli e il suo predecessore l’Onorevole Giovanni Legnini per l’impulso che hanno dato alla ricostruzione post sisma 2009 e 2016, coinvolgendo anche in questo caso gli Atenei di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.
Chiudo questo elenco ricordando il progetto SCALARE (SCuola di ALtA formazione REgionale per l’innovazione in One Health), intercettato nell’ambito dei Fondi di Coesione, che ci vede impegnati, insieme con un’altra importante struttura di eccellenza del nostro territorio: l’Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise, saluto e ringrazio il Presidente e il Direttore dell’IZS. Per questo progetto però aspettiamo ancora indicazioni dall’Agenzia di coesione per la “messa a terra” dei finanziamenti stessi.
Nell’Ambito dei cosiddetti fondiMASTERPLAN,per quanto riguarda la realizzazione della Cittadella della Cultura, attraverso il recupero funzionale dell’ex Manicomio, da ormai 2 anni abbiamo completato la progettazione definitiva dell’intera area e, alla luce del ripristino parziale dei fondi originariamente assegnati, siamo pronti a far partire il bando europeo per la realizzazione del primo lotto funzionale, augurandoci l’immediata disponibilità dei fondi stessi.
Relativamente al progetto AgroBioServ sono stati stralciati e sono partiti i lavori per i primi 3 lotti funzionali: il laboratorio di medicina traslazionale, gli impianti pilota agro-alimentari e la degenza per grandi animali di Medicina Veterinaria. È pronto inoltre il progetto esecutivo per la gara europea relativa alle aule e ai laboratori della seconda stecca di Veterinaria.
Abbiamo attivato la Scuola di Dottorato, una struttura dedicata per i 7 Corsi di Dottorato dell’Ateneo e per i Dottorati Nazionali, intitolandola a Giulio Regeni, il cui assassinio, lo ribadiamo con forza, esige ancora verità.
Abbiamo inoltre intrapreso un percorso volto a promuovere e rafforzare la parità di genere e contrastare ogni forma di violenza verso le donne e verso chiunque voglia esprimere e manifestare la propria diversità che è sempre, ricordiamolo, un valore arricchente. Lo scorso anno dopo l’approvazione del primo bilancio di genere dell’Ateneo abbiamo approvato il GEP – Gender Equality Plan, fatto partire corsi di formazione obbligatori per docenti e personale volti a contrastare la violenza verbale di genere e attivato un servizio gratuito di baby sitting.
Pace, sostenibilità e inclusione rappresentano i valori sui quali in questi anni abbiamo voluto indirizzare e concentrare l’azione di UniTE.
In un contesto mondiale nel quale l’Europa a volte risulta marginale, con limitate risorse naturali e senilizzazione della popolazione, è necessario che la parola pace, rimettendo al centro la persona umana, risuoni forte in modo da riaffermare quell’umanesimo europeo fondato sul diritto all’esistenza e alla conoscenza della realtà, senza la quale risulta difficile scegliere tra il bene e il male.
In questa direzione abbiamo aderito a RUniPace, la rete delle Università per la Pace nata in ambito CRUI e, forse, primi in Italia, abbiamo firmato un protocollo di intesa con Rondine “Cittadella della Pace” per promuovere iniziative formative comuni e dare la possibilità agli studenti medi che seguono il percorso “4° anno Rondine” di iscriversi gratuitamente al primo anno di uno dei nostri Corsi di Laurea, un caro saluto a Franco Vaccari, a Giovanni Rossi, agli altri colleghi di Rondine e ad Ernesto Albanello, per il loro operato e la loro significativa presenza oggi ad UniTE. Grazie all’iniziativa dell’Università di Perugia, con altri Atenei del Centro/sud abbiamo sottoscritto un accordo di collaborazione con il comitato promotore della “Marcia per la Pace Perugia-Assisi”.
Ritornando alla parola Pace e riannodando i fili della storia, risulta evidente come spesso la volontà di conquistare e controllare nuovi territori sia stato il motivo per il quale sono nate le guerre e le migrazioni. L’ambiente devastato, conseguente ai conflitti, mette in moto flussi di persone alla ricerca di futuro, di pace e di inclusione.
Dando al termine pace però non solo il significato di assenza di conflitti, ma anche quello che rimanda al rapporto dell’uomo con sé stesso, con gli altri e con la natura, bisogna sottolineare che alla base di tutto ciò ci devono essere atti individuali e collettivi che portino le persone a vivere in ambienti che rispettino le diversità e che permettano la crescita economica con modalità sostenibili rispetto al proprio territorio.
Tutti i report sull’ambiente invece sottolineano come il nostro Pianeta sia ormai arrivato ad un punto molto critico, e ognuno di noi ha in mente le immagini che rimandano a questa situazione, a tale scopo sono stati introdotti dei cambiamenti anche nella nostra carta costituzionale ravvisando la necessità che l’economia tenga conto della sostenibilità.
D’altronde l’agenda ONU 2030, le diverse conferenze sul clima, gli impegni comunitari, ci obbligano a scelte responsabili, orientando il nostro modello di sviluppo in maniera definitiva verso necessità legate sì al presente, senza però continuare a compromettere la possibilità, per le generazioni future, di soddisfare i propri bisogni.
La sostenibilità va quindi declinata in termini economici, sociali e ambientali. Dobbiamo investire usando le risorse senza dilapidarle, tenendo conto del presente e del futuro del Pianeta e dei suoi abitanti in quanto come ben sappiamo, le risorse non sono illimitate.
Sarebbe anche opportuno, seguendo il dettato della Carta Costituzionale, ma anche le parole del Presidente Mattarella e di Papa Francesco, occuparsi non tanto e non solo di scenari emergenziali, quanto piuttosto costruire nel nostro Paese un orizzonte nel quale i termini pace, inclusione, lavoro ed ecosostenibilità rappresentino l’ambiente di vita di ognuno.
Perciò l’Università con la sua sequenza di didattica, ricerca, innovazione e, conseguente, sviluppo può e deve rappresentare il motore del processo evolutivo in una ideale funzione di anello di congiunzione tra mondo produttivo e società.
Le scelte non sono più rimandabili e i nostri giovani, quelli che noi formiamo, e per i quali siamo qui, ci impongono di salvaguardare i patrimoni di questo Pianeta e di promuovere società pacifiche ed inclusive affinché la Terra non sia soltanto un piccolo frammento nell’universo, privo di luce, un “atomo opaco del male”.
Aumentare le possibilità di istruzione e formazione significa migliorare le condizioni di vita dei giovani. Abitare i propri luoghi d’origine, decidendo del proprio futuro, deve essere una possibilità per tutte le ragazze e i ragazzi, anche per chi nasce nelle nostre aree interne, e poter scegliere dove studiare e dove svolgere la propria vita lavorativa deve essere un’opportunità e non una necessità.
Ribadiamo che le studentesse e gli studenti rappresentano la vera linfa vitale dell’Università e del Paese, ad essi è affidato il futuro; Kafka diceva che la giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza e, aggiungerei, la capacità di costruirla, se diamo ai giovani lo spazio per farlo e, ripeto, non usiamo i manganelli.
Stiamo vivendo un momento storico molto importante: la quarta rivoluzione industriale, caratterizzata dal passaggio dalla dipendenza dal carbone e dal petrolio come fonti energetiche, all’utilizzo di energia elettrica e di fonti rinnovabili, e all’avvento dell’era digitale e “dell’intelligenza artificiale”. Attraverso questo cambiamento bisognerà far fronte alle domande che provengono dalla crescita della popolazione, dai mutamenti climatici e dal diritto al cibo “buono pulito e giusto” e alla conservazione della biodiversità.
La complessità dei problemi da affrontare, richiede una crescente interdisciplinarità tra le scienze umane e il mondo scientifico in modo da creare quella sinergia che rappresenta il punto d’incontro di tutte le culture.
La vocazione di una Regione come l’Abruzzo con circa un terzo della sua estensione territoriale costituita da aree protette - sperando che questa percentuale possa rimanere tale e non essere ridotta - con la presenza di grandi parchi e con una biodiversità dovuta al nostro particolare ecosistema, ci ha stimolato a progettare filiere formative dedite alla riscoperta e valorizzazione dei nostri giacimenti colturali, allo sviluppo del turismo sostenibile e alla innovazione sostenibile in campo agricolo e industriale.
L’Università di Teramo ha da sempre avuto un’attenzione particolare ai temi della sostenibilità attraverso scelte come “Campus sostenibile” e “UniTEplastic free” e rafforzato queste scelte con percorsi formativi specifici. L’ultimo nato in tal senso è il Corso di Laurea in Diritto dell’Ambiente e dell’Energia presso la sede di Lanciano. Questo Corso, unico nel panorama formativo nazionale, nato da una forte interazione con il territorio e grazie a competenze specifiche interdisciplinari presenti nel nostro Ateneo, ha intercettato un finanziamento della Regione Abruzzo, che ringrazio ancora, di 1,5 milioni e ha consentito ad UniTE di ricevere il premio Sustainability & Excellence Euro Med Awards.
Negli ultimi anni la nostra Università ha puntato molto sulle politiche di inclusione, con la consapevolezza che, solo attraverso lo scambio, il confronto, la contaminazione tra saperi, e persone che studiano, ricercano e lavorano con lo stesso spirito costruttivo, si possano intessere quelle relazioni che permettono la crescita non solo scientifica, ma anche umana.
Abbiamo creato ponti a favore del multiculturalismo e dello sviluppo dei Paesi più poveri e, non a caso, proprio nel nostro Ateneo, nell’ambito del Forum del Gran Sasso, si tiene annualmente la conferenza dei Rettori euro-africani, ed abbiamo firmato un protocollo di reciproca collaborazione per lo sviluppo sostenibile, denominato “Carta di Teramo”, alla presenza dell’allora Presidente del Consiglio, del responsabile CRUI per l’internazionalizzazione e con il patrocinio del Ministero degli Esteri. Ringrazio di cuore il nostro Vescovo, Monsignor Lorenzo Leuzzi, non solo per il Forum, ma anche per le altre, tante, iniziative culturali che propone alla nostra comunità.
Nelle società occidentali l’interculturalità, l’accoglienza e il confronto con chi viene da paesi geograficamente lontani dal nostro, hanno prodotto crescita personale, sociale ed economica e in questa eterogeneità, a pieno diritto, si sono collocati ed integrati anche gli studenti fragili che con impegno cercano di perseguire e realizzare il loro progetto di vita.
Stiamo adottando politiche inclusive a tutti i livelli, come ad esempio quelle rivolte alla disabilità e a percorsi specifici per detenuti, creando reti di collaborazione e di studio contro ogni tipo di violenza e discriminazione, abbiamo istituito e stiamo potenziando la Scuola di Legalità e Giustizia per ribadire quanto l’attenzione a queste tematiche sia un presupposto imprescindibile nella formazione degli individui.
Entrando nello specifico dei progetti intrapresi, ricordiamo UniTE Include, che prevede l’iscrizione di 8 persone disabili ogni anno a 4 Corsi di Laurea (DAMS, Scienze e Culture Gastronomiche per la Sostenibilità, Turismo Sostenibile e Tutela e Benessere Animale). Questi studenti, regolarmente e paritariamente inseriti nell’Anagrafe Nazionale Studenti Universitari, non sono in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado, ma di un diploma sostitutivo attestante la frequenza al 5° anno, e la loro iscrizione ad UniTE è finalizzata all’ottenimento di un attestato di frequenza. Questo progetto, unico nel panorama accademico nazionale, ha consentito al nostro Ateneo di ottenere un finanziamento dall’Assessorato alle politiche sociali della nostra regione, e ci ha confermato che queste persone speciali oltre ad avere tanta voglia di imparare hanno, soprattutto, tanto da insegnarci.
Inclusione significa anche attenzione alla formazione dei detenuti, contribuendo alla rieducazione dei condannati come sancito dall’articolo 27 della nostra Costituzione.
In tal senso abbiamo esteso le convenzioni con gli istituti penitenziari regionali con un aumento del numero di detenuti iscritti ad UniTE da 13 a 54 unità, e questo ci ha consentito di diventare il primo Ateneo in Italia per numero di detenuti iscritti in termini percentuali, ringrazio a tal proposito i Direttori delle carceri di Teramo e Sulmona e il Garante Regionale dei detenuti. Ricordiamo inoltre il Progetto Roshanak, che prevede l’accoglienza e l’iscrizione ad UniTE di studentesse e studenti provenienti dall’Afghanistan e da altri paesi in cui sono in corso dei conflitti.
Concludo ribadendo che il nostro paese ha bisogno di formare più laureati e il sistema universitario è pronto da anni ad affrontare questa sfida. Ma in tal senso è necessario finanziare pienamente la no-tax area, il diritto allo studio e riconoscere una giusta ed equa retribuzione al nostro personale, gli stipendi del personale TAB delle Università italiane sono i più bassi all’interno della Pubblica Amministrazione.
Per evitare il rischio di un collasso soprattutto dei piccoli Atenei delle aree interne è necessario investire maggiormente sull’alta formazione e sulla ricerca e mettere in sicurezza un’infrastruttura fondamentale per il Paese, per le imprese, per la crescita e il benessere di tutti, l’infrastruttura della conoscenza: il sistema universitario nazionale.
Abbiamo a che fare con il futuro e quindi non possiamo guardare solo ciò che avviene qui e ora; dobbiamo essere consapevoli che ci si chiede uno sforzo maggiore: saper immaginare come saremo e come vogliamo raggiungere quei traguardi e quelle sfide che la complessità dell’oggi ci pone davanti. Elementi indispensabili di questo percorso sono la passione, la voglia di essere utili agli altri e il rispetto dei diritti di ognuno. I diritti però diventano tali in ragione della capacità di compiere i propri doveri, senza remore e ritrosie e con la convinzione di essere tasselli fondamentali per il funzionamento dell’insieme.
Come ci ricorda Ivano Dionigi “L’Università non stampa moneta, non crea lavoro, non garantisce felicità, ma si pone come il luogo naturale, forse unico, in cui adulti e giovani insieme possono sperimentare questa triplice alleanza” nella convinzione, inoltre, che la pace è cultura e conoscenza e la cultura e la conoscenza non possono che promuovere la pace.
Grazie per la cortese attenzione!