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L’autopsia sul corpo di Patrick Guarnieri effettuata dal dottor Ezio Sciarra, confermerebbe l’asfissia e si conferma la presenza sul corpo dei segni classici dell’impiccagione. Si esclude dunque la presenza di altri elementi che possano far ipotizzare colpi da corpi contundenti o da pestaggi, vale a dire contusioni o ecchimosi. L’esame medico legale sul corpo del 20enne rom di Giulianova, impiccatosi nella notte di mercoledì nel bagno della sua cella nella sezione osservazione del carcere di Castrogno, si è concluso nel primo pomeriggio di ieri. Da quanto riferito dal consulente di parte, il dottor Gabriele Paolini, nominato dalla famiglia di Patrick Guarnieri, tuttavia, “E’ presto per parlare di suicidio”. Si tratta infatti di primi riscontri e bisognerà attendere altre analisi e accertamenti. Restano comunque prorompenti, a prescindere, le accuse dei parenti del giovane per il fatto che, le condizioni di salute di Patrick non avrebbero dovuto consentire la detenzione carceraria. La comunità rom chiede vuole sapere cosa è accaduto a Patrick e l'associazione codice rosso chiede la verità e protesta davanti all'obitorio. Oggi i funerali a Mosciano. Il Sappe ha paura e chiede in una nota, l'assistenza delle forze dell'ordine sul posto. Screenshot_2024-03-16_alle_06.04.33.png

TERAMO, IL DETENUTO SUICIDA E’ MORTO PER ASFISSIA. SAPPE: “PREDISPORRE ADESSO ADEGUATE MISURE DI SICUREZZA PER FUNERALI”

“Ci conforta molto apprendere che dall’esito degli accertamenti disposti della magistratura sul corpo del povero ragazzo suicida nel carcere di Teramo è stato accertato che il decesso è avvenuta per asfissia. Questo mette a tacere voci insinuanti ed illazioni davvero gravi ed irricevibili che abbiamo sentito purtroppo girare”. Lo dichiara Giuseppe Pallini, segretario provinciale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, la prima e più rappresentativa organizzazione dei Baschi Azzurri, nell’apprendere gli esiti dell’autopsia disposta dalla magistratura sul corpo del detenuto morto suicida in carcere. “La morte del povero giovane ci ha molto colpito ed espiriamo ai familiari il più profondo cordoglio. Chiediamo però, in vista dei funerali ai quali parteciperanno anche parenti attualmente in detenzione, un adeguato cordone di sicurezza, con la partecipazione quindi anche delle altre Forze di Polizia, a fronte del clima di tensione che si è determinato con la morte del giovane”, conclude il sindacalista.
Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE, “dicemmo fin da subito, quando emersero le prime voci incontrollate sulla morte del giovane detenuto di attendere con serenità gli accertamenti della magistratura perché sapevamo e sappiamo con quale professionalità ed abnegazione si comportarono i nostri colleghi che lavorano nel carcere di Teramo. Avevamo evidenziato e ribadito che in molti avevano tratto giudizi affrettati, senza validi elementi e soprattutto senza alcuna prova. Apprendere, dunque, che dagli esiti dell’autopsia disposta è emerso che il giovane è morto per soffocamento, e non per altro, ci conforta”.