Questa mattina il laboratorio L'Arca, uno dei tre spazi ad oggi a disposizioni il trampolino di lancio per la nuova stagione espositiva di Celeste, il nome collettivo che raggruppa Alessandro Di Massimo, Andrea Marinucci e Claudia Petraroli.
Da tre anni ormai, raccontano gli artisti teramani, hanno ridestinato il locale della lavanderia a gettoni LAVAPIU a galleria d'arte, quando in epoca di pandemia, si sono ritrovati confinati nella realtà teramana e a riabitarla. "Quella lavanderia era l'unico luogo aperto della Gammarana cosí abbiamo osato portare lí i nostri progetti."
Il terzo anno di questo esperimento ormai consolidato e apprezzato dalla critica nazionale prende il nome di La Cura e, in linea con il principio che muove lo spirito dei tre giovani "prendersi cura degli artisti abruzzesi emergenti ma anche portare nomi piú affermati sul territorio", il programma di quest'anno prevede le mostre di Davide Sgambaro, Jonathan Monk e l'evento performativo nato dall'idea del curatore Maurizio Coccia, in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti de L'Aquila.
"L'intento di How I Met your Laundry" spiega il professore Franco Fiorillo "è quello di creare un'Accademia diffusa sul territorio. L'evento è stato concepito come una rassegna di interventi performativi nel circondario della Lavanderia cui parteciperà un'intera classe dell'Accademia. Uno di essi è proprio lo stesso Andrea Marinucci."
Pur nata come iniziativa sperimentale che adotta un metodo alternativo basato sugli aspetti performativi propri dell'arte contemporania, l'amministrazione di Teramo ha subito accolto con entusiasmo il progetto che, tra le altre cose, riempie gli spazi vuoti della città in momento in cui l'arte e la cultura non hanno luogo per essere.
"Nella fase di ristutturazione che stiamo vivendo" commenta l'assessore Filipponi "occasioni come questa consentono di offrire opportunità culturali alla comunità. Ogni luogo è un luogo utile dove fare cultura e dove fare arte."
Eugenia Di Giandomenico