La settimana scorsa, nella sede di Assergi del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga,
una delegazione dell’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso (Dante Caserta del
WWF, Mauro Chilante di Cittadinanzattiva, Luigi De Angelis del Club Alpino Italiano, Mario Marano
Viola di Mountain Wilderness), hanno incontrato Pierluigi Caputi, subentrato a Corrado Gisonni nel
ruolo di Commissario Straordinario per la sicurezza del Gran Sasso. All’incontro erano presenti i
componenti della struttura commissariale, nonché, per il Parco il Presidente Tommaso Navarra, la
Direttrice Elsa Olivieri e i funzionari tecnici.
Si è trattato di un primo incontro nel quale il Commissario Caputi ha fatto il punto dopo questi
primi mesi di attività commissariali, descrivendo le azioni che si sono rese necessarie per la
riattivazione della macchina commissariale a partire dal suo insediamento (le sole attività
“burocratiche” si sono protratte per circa due mesi).
Nella sua relazione, il Commissario ha descritto le strategie generali definite per la messa in
sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso. In particolare, ha evidenziato come risulti necessario
l’adeguamento della documentazione progettuale presente agli atti della Struttura commissariale
alle nuove previsioni normative (nuovo Codice dei Contratti, D.lgs. n. 36/2023).
La definizione di un Piano di Fattibilità Tecnico-Economico (PFTE) plus , previsto dal D.lgs. n.
36/2023, impone di accrescere la conoscenza dal punto di vista geologico ed idrogeologico; risulta
infatti indispensabile, per le finalità del Progetto, la definizione di un modello di circolazione idrica
all’interno del massiccio carbonatico del Gran Sasso.
Il Commissario ha evidenziato come tale crescita di conoscenza appaia, non solo necessaria per
rispettare la normativa, ma indispensabile in un contesto idrogeologicamente molto complesso. Il
Progetto dovrà basarsi su dati certi, reperiti anche attraverso la realizzazione di un sistema di
piezometri che consentano un continuo monitoraggio nel tempo delle pressioni dell’acqua
all’interno del massiccio. Una volta definito il PFTE plus (il Commissario ha ipotizzato che ciò
avverrà entro la fine del 2025, salvo tempi maggiori dovuti alle molteplici autorizzazioni) si
procederà attraverso l’appalto integrato e si avvieranno i lavori.
Sono in corso di definizione i capitolati e le convenzioni per l’affidamento dell’incarico di
progettazione del PFTE plus ad ITALFERR S.p.A. (società a totale proprietà del Ministero
dell’Economia e della Finanze).
Contemporaneamente, ha aggiunto il Commissario, occorre assicurare la continuità
dell’approvvigionamento idropotabile sui due versanti, teramano e aquilano, durante l’esecuzione
dei lavori che potranno compromettere la diretta utilizzabilità delle acque sgorganti dalle gallerie.
Per dare tempestiva soluzione a tale problema, sono stati coinvolti i soggetti gestori del sistema
idrico integrato (Ruzzo Reti S.p.A. e Gran Sasso Acqua S.p.A.) i quali hanno avanzato proposte
progettuali per assicurare la continuità del servizio (con la realizzazione di potabilizzatori), per le
quali il Commissario sta provvedendo alla concessione dei finanziamenti.
I rappresentanti dell’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso hanno ringraziato il
Commissario per la disponibilità mostrata che prosegue una prassi avviata dal Commissario Gisonni
che, discostandosi da quanto fatto in passato, durante il suo mandato ha sempre garantito
momenti di ascolto, comunicazione e confronto con la società civile.
Riservandosi di fare le proprie valutazioni puntuali man mano che si procederà con la
progettazione del PFTE plus , i rappresentanti dell’Osservatorio hanno evidenziato la
preoccupazione per i tempi degli interventi di messa in sicurezza, ricordando come la pericolosità
delle interferenze dei Laboratori sotterranei dell’INFN e delle gallerie autostradali con l’acquifero
del Gran Sasso fu sollevata dalle associazioni ambientaliste fin dai primi anni 2000 e come
l’incidente che ha portato al nuovo commissariamento risale ormai a quasi 7 anni fa!
I rappresentanti hanno poi evidenziato come qualsiasi intervento prospettato, compreso quello
necessario a garantire l’approvvigionamento idrico durante la fase dei lavori, non dovrà
compromettere l’acquifero del Gran Sasso che, oltre a garantire acqua a più di 700.000 abruzzesi,
è all’interno di un ecosistema di straordinario valore, non a caso protetto ai più alti livelli, sia
nazionale che europeo, attraverso un parco nazionale e una serie di siti della Rete Natura2000. A
parere dell’Osservatorio, infatti, sarebbe un grave errore limitare l’intervento del Commissario alla
sola messa in sicurezza delle captazioni idropotabili perché ciò manterrebbe la grande falda idrica
sotterranea, l’elemento più importante e delicato del sistema Gran Sasso, potenzialmente esposta
a fonti di contaminazione provenienti in primo luogo dai Laboratori sotterranei dell’INFN finendo
così per lasciare in pericolo tutte le sorgenti e le captazioni idropotabili alimentate dalla falda, come
Mescatore e Vacelliera sul versante teramano, Tempera su quello aquilano, Vitello D’Oro su quello
pescarese.
I rappresentanti dell’Osservatorio hanno poi richiamato l’esigenza di reperire ulteriori fondi per la
messa in sicurezza: ai 120 milioni già stanziati, mancano, infatti, altri circa 90 milioni (60 ipotizzati
dal Commissario Gisonni e altri 30 ipotizzati dal Commissario Caputi). Al riguardo, il Commissario
Caputi ha garantito che sono già in corso le necessarie interlocuzioni con il Governo.
Infine, la delegazione dell’Osservatorio ha evidenziato il ritardo accumulato dall’INFN nella
rimozione delle sostanze pericolose dai Laboratori sotterranei del Gran Sasso. Il termine indicato
dalla Regione per la rimozione delle sostanze non compatibili con l’acquifero del Gran Sasso era il
31 dicembre 2020 (in origine la Regione aveva chiesto il 31 dicembre 2019): il termine è scaduto
da oltre 3 anni e finora l’unico esperimento su cui si è intervenuti è il Borexino le cui operazioni di
dismissioni, da quanto è dato sapere, non sono state neppure del tutto completate.
Al termine dell’incontro, Osservatorio e Commissario, ringraziando l’Ente Parco per l’ospitalità,
hanno convenuto sulla necessità di mantenere vivo un canale di relazione al fine di garantire un
fattivo coinvolgimento dei portatori di interesse generale in ogni fase futura delle attività.
L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso è promosso da WWF,
Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie
Ambientali d’Italia - GADIT, FIAB, CAI e Italia Nostra.P