Era seduto davanti al computer, il 16enne morto a Roseto, soffocato dalla cinta che si era legato al collo. Seduto, non impiccato. Strangolato, non impiccato. Un particolare che, nell’indagine del magistrato, sta facendo venir meno l’ipotesi del suicidio, ma apre il campo a tutta una serie di altre possibilità. Una su tutte: una challenge social, una sfida di quelle che vedono ragazzi di tutto il mondo mettersi alla prova in un certo comportamento, per poi filmarsi in video e postare le immagini. Si tratta quasi sempre di sfide simpatiche o di abilità, ma non mancano quelle che spingono i ragazzi oltre il limite, a rischio di conseguenze gravissime. È il caso del “choking game”, il gioco del soffocamento, conosciuto anche come “la sfida del blackout”, una pericolosissima challenge che incoraggia i ragazzi (anche i più piccoli) a farsi mancare l'aria con un laccio intorno al collo, o una corda, fino a svenire. Il video della sfida viene pubblicato sul social cinese tik tok. Una follia, che ha già ucciso diversi ragazzi nel mondo, e che potrebbe essere la causa della morte del 16enne rosetano, trovato senza vita dal fratellino 12enne. La Procura ha disposto il sequestro del computer del ragazzo e del telefonino, e nelle prossime ore potrebbe anche decidere di richiedere l’autopsia. L’inchiesta è stata formalmente aperta per il reato di “istigazione al suicidio”.