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3700_item_5.pngSettantaquattro coltellate al volto e diciotto in altri punti del corpo. È questo il tragico bilancio del parricidio della stazione, consumato in una notte dj novembre nell’appartamento dell’ex capistazione di Teramo, l’83enne Mario Di Rocco, ucciso dal figlio 49enne Francesco. Novantadue coltellate, così come ricostruisce oggi il Centro, che segnavano l’atto finale di una vita di esasperazioni e di vessazioni subite dall’anziano genitore. Francesco Di Rocco viveva col padre da sempre, in una dinamica familiare che lo vedeva sottomesso psicologicamente al genitore, che non aveva mai parole di affetto, ma sempre di critica e di insulto. Una condizione che aveva minato il carattere del figlio che, quella sera, al termine dell’ennesima discussione, pare per alcuni adesivi su un’insalatiera, ha preso il coltello e in un raptus ha inferto 92coltellate al padre, 74 delle quali al volto. Poi, ha lavato il coltello e ha chiamato il 118. Ai Carabinieri che l’arrestavano, ha poi detto “Non volevo ucciderlo”.