Il gruppo Nature, editore di alcune tra le riviste di maggior prestigio nella comunità scientifica internazionale, ha pubblicato sul sito Nature.com e su
"Communications Earth & Environment" - la sua pubblicazione in scienze ambientali e planetarie - i risultati del progetto Meglio (Measuring Earthquakes signals Gathered with Laser Interferometry on Optic Fibers), la collaborazione messa in campo da Open Fiber, Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica
(Inrim) e Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) per utilizzare la fibra ottica come sensore per la rilevazione
delle onde sismiche. Nel nostro Paese, la sismicità è monitorata costantemente
grazie a una fitta rete di sensori, gestita e periodicamente
aggiornata da Ingv. Una rete capillare in fibra, come quella
Ftth (Fiber To The Home) realizzata da Open Fiber, che si
estende dalle nostre abitazioni ai fondali oceanici più remoti,
è uno strumento preziosissimo per sondare il territorio,
supportando e complementando i sensori convenzionali.
Lo confermano i risultati ottenuti da Meglio, progetto
partito nel 2020, che ha visto la realizzazione di un
osservatorio sismico che sfrutta una coppia di fibre ottiche di
Open Fiber fra Ascoli Piceno e Teramo come sensori distribuiti.
Un segnale laser, lanciato in queste fibre senza interferire con
il normale traffico dati, permette di misurare i microscopici
allungamenti delle fibre causati dalle vibrazioni sismiche
attraverso una particolare tecnica interferometrica sviluppata
dall'Inrim.
Durante una sperimentazione di due anni, sono state
registrate diverse decine di eventi sismici, dai più disastrosi,
come il terremoto avvenuto in Turchia a Febbraio 2023, a quelli
quasi impercettibili (con magnitudo inferiore a 2). Un'analisi
approfondita delle registrazioni, sotto la conduzione dell'Ingv,
ha confermato la validità dei dati registrati e la potenzialità
di questa tecnica come strumento di monitoraggio permanente e
capillare.