Questa mattina , nell’Aula Magna del Campus di Colleparco, Luca Abete il conduttore di Striscia la Notizia ha incontrato gli studenti per parlare della campagna sociale “#NonCiFermaNessuno”, nata dieci anni fa da una sua idea. L’obiettivo di Abete è incoraggiare i giovani : “Se non accettiamo le sfide –ha detto - non siamo neanche capaci di scoprire se riusciamo a vincerle… Le cose ci conviene farle per noi, io volevo diventare sempre più bravo per capire che cosa ero capace di fare e dove potevo arrivare. Ho fatto un percorso che potete fare anche voi, semplicissimo, mettervi in gioco. Non mollate, non ciferma nessuno”.
Gli abbiamo rivolto alcune domande.
Luca Abete il Progetto, da lei ideato,“#NonCiFermaNessuno” tour nelle Università è giunto alla decima edizione. Perché nasce?
«Nasce per cercare di aggregare i ragazzi intorno a qualcosa di nuovo e di utile. Dieci anni fa parlare di disagi sembrava quasi una “follia”. Oggi i ragazzi hanno imparato a raccontarsi,c’è chi racconta le energie che ha, c’è chi racconta le fragilità“dell’arrancare”, le sconfitte, le difficoltà, le paure. Mettere insieme tante testimonianze serve per far acquisire nuove consapevolezze e da qui si diventa più forti».
“Impariamo ad amarci” è il claim scelto per celebrarela decima edizione
«Sì, perché ripartire dall’amore è un punto di partenza. L’amore per se stessi ci aiuta a studiarci, a conoscerci, a capire quelli che sono i nostri punti di forza da valorizzare ma anche capire le nostredebolezze che possiamo o superare o imparare semplicemente a conviverci. Io credo che dobbiamo ripartire da nuove consapevolezze per sentirci più forti e quando siamo più forti il futuro fa meno paura».
Quest’anno sono previsti dieci incontri, la Facoltà di Teramo è la quarta Università che ha visitato nel 2024
«Prima volta che veniamo a Teramo, in dieci anni non eravamo mai venuti, è una bella soddisfazione. Personalmente adoro le realtà un po’ più piccole di provincia, perché sono di Avellino e la mia realtà è molto simile a questa. Mi piace incontrare gli studenti per parlare anche delle opportunità che possono nascere dalle provincie».
Che cosa le rimane di questi “ viaggi” ?
«Tantissimo, penso di essere diventato una persona migliore con i ragazzi perché pongono domande e nasce poidentro di me una esigenza di scavare, di conoscermi. Ho imparato ad apprezzarmi di più nella necessità di dover rispondere alle domande degli studenti. Grazie a questo viaggio bellissimo , io li ringrazio loro e… loro ringraziano me. Questo rende il paese migliore, tutti più vicini, accorciamo le distanze e ci ritroviamo a bordo di una stessa barca che ha colori diversi, andature diverse, forme diverse, ma comunque naviga nello stesso mare e può scoprire cose bellissime…»