Mancava l'ultima rata di tredicimila euro al milione e duecentomila già versato dalla ex Tercoop al Comune di Teramo nel corso dell'ultimo appalto 2009-2022 lavorato in perdita e ai tre milioni e mezzo complessivi versati dal primo appalto vinto nel 1992.
La So.Ca.Bi per i suoi 14 anni di ricavi dai cento stalli a pagamento di Piazza Dante non aveva versato un centesimo al Comune grazie all'esenzione concessa dall'amministrazione Brucchi e confermata dall'amministrazione D'Alberto.
Per la "Teramo parcheggi" (Easy Help/Costruttori teramani) oltre a 200 stalli a pagamento in più con risarcimento dei mancati guadagni per la loro eventuale indisponibilità, tariffe e orario del servizio aumentate, parcometri obsoleti a buon mercato e dieci stipendi in meno da pagare rispetto alla precedente gestione, non poteva mancare anche un corposo sconto sul canone da versare al Comune a garanzia e tutela degli ottimi profitti da ricavare a discapito del pubblico interesse.
Per la Tercoop ridotta scientemente al verde, niente sconti o esenzioni riservate ai suoi concorrenti e il 9 febbraio 2022, a tre mesi dal cambio gestione, l'agenzia "ICA" concessionaria delle riscossioni del Comune riceveva dall'amministrazione comunale il mandato di riscuotere coattivamente i 13mila euro lievitati a 18mila, da una Tercoop ridotta sul lastrico da un sindaco bifronte che da consigliere comunale sosteneva i progetti e le rivendicazioni dei 26 socilavoratori, ma una volta eletto "primo cittadino" ha emulato e superato il suo predecessore Brucchi portando al fallimento la cooperativa sociale con una serie di provvedimenti vessatori del riconfermato dirigente Remo Bernardi, negando qualsiasi ristoro per gli ingenti e ingiusti danni subiti per oltre un decennio da un'amministrazione comunale di centrodestra e dalla successiva di un farlocco centrosinistra, che sulla gestione dei parcheggi a pagamento hanno ampiamente dimostrato di "legare l'asino dove ordinano gli stessi padroni".
Con le casse della cooperativa sociale trovate desolatamente vuote, l'ICA disponeva il fermo amministrativo, del quale sono venuto a conoscenza solo due mesi fa "grazie" alla sanzione di 1.400 euro per la sua violazione, dell'unico "bene" rimasto alla Tercoop, un vecchio e malandato fiorino con 25 anni di attività alle spalle di nessun valore commerciale, lasciato in uso al sottoscritto dai socilavoratori della Tercoop e successivamente dai curatori fallimentari della cooperativa sociale, che lo utilizzava per recarsi all'ospedale Mazzini per le tre dialisi settimanali e sopperire all'insufficienza renale cronica maturata negli ultimi "turbolenti" anni dell'appalto dei parcometri e tornare a casa in maniera autonoma, evitando di impegnare un'ambulanza con i costi a carico della Asl, non potendosi permettere nemmeno l'acquisto di un'auto usata. Pertanto il 25 marzo scorso consegnavo all'agenzia di riscossione una richiesta di revoca del fermo amministrativo che non avrebbe consentito al Comune di "recuperare" un solo euro, ma creava solo ulteriori disagi al sottoscritto e uno sperpero di denaro pubblico. Passati i fatidici 30 giorni senza riscontri, a seguito del mio sollecito sono stato messo al corrente dall'operatore dell'ICA del diniego posto dall'amministrazione comunale alla revoca del fermo amministrativo, nonostante la sua inutilità nel recupero della rata mancante e le imminenti sentenze della Corte Europea di Giustizia sulle discriminazioni perpetrate nei confronti della Tercoop e l'altra del tribunale di Teramo sulla richiesta di risarcimento per i danni ingiustamente subiti. "Solo" una miserevole e vile ritorsione nei miei confronti per aver tentato (inutilmente) di difendere le ragioni della cooperativa sociale e dei suoi 26 socilavoratori che rappresentavo, insieme all'interesse pubblico offerto dai suoi vantaggiosi progetti.
Leo Iachini
ex legale rappresentante
Tercoop