È una lettera durissima, un vero e proprio atto d’accusa, quello che Tazio Taraschi, conosciutissimo imprenditore tetamano, ha inviato al Sindaco Gianguido D’Alberto, all’assessore Filipponi, all’assessore Di Bonaventura, al segretario comunale, all’architetto Cimini, all’ingegner Di Giuseppe Cafà, al Suap, al Vigile ecologico Calvarese, ai Vigili urbani di Teramo, al Comandante dei Carabinieri forestali, all’ARTA, ai Vigili del Fuoco e all’ Ufficio delle Dogane di Pescara, per segnalare un problema di assoluta rilevanza. Facciamo, però, un passo indietro: il 28 febbraio, il Comune di Teramo ha ordinato la chiusura del distributore Q8 davanti alla stazione ferroviaria, perché il collaudo quindicennale, previsto per legge, era scaduto. Da allora, quel distributore è chiuso. E questo lo vedono tutti, anche grazie alle vistose segnalazioni che recintano il distributore. Quello che non vede nessuno, e che è la causa della lettera di Taraschi, è quello che succede nel sottosuolo.
“Nessuno degli organi preposti è andato a vedere dentro i pozzetti di scarico per rendersi conto della situazione”, denuncia Taraschi, e se cioè “se ci siano sversamenti inquinanti”. Il rischio di inquinamento è serissimo: “Per quanto a nostra conoscenza nei serbatoi di detto distributore dovrebbero esserci migliaia di litri di carburante - scrive Taraschi - visto il completo stato di abbandono del sito la cosa è al di fuori di ogni e qualunque legge di prevenzione…” Non risulterebbero neanche effettuate, né richieste, quelle analisi del sottosuolo che invece vennero imposte allo stesso Taraschi, proprietario dell’impianto che opera sul lato opposto della strada, in occasione di “uno sversamento di una piccolissima quantità di gasolio durante uno scarico”, con tanto di blitz di due autovetture dei vigili urbani, una macchina dell’ARTA e una macchina della ditta specializzata nel pulire l’asfalto. “Nell’immediatezza ci è stata ingiunta l’analisi per verificare se vi era stato inquinamento nel tombino stradale e visto il risultato negativo ci è stato intimato anche l’analisi del sottosuolo, anch’essa risultata negativa - ricorda Taraschi - quelle analisi ci sono costate circa 8.000 euro…”. La domanda è semplicissima: si sta usando lo stesso metro anche per il distributore chiuso?
Restiamo in attesa di una risposta…