Il dott. Capolla, che immaginiamo scriva in qualità di novello candidato a consigliere comunale di Fano Adriano, ha ragione e finalmente rende pubblico riconoscimento al nostro “aspirante Sindaco” Francesco Riccioni, di aver evidenziato che la spesa per le panchine definita con ledelibere del 17 aprile è eccessiva anche se, addolcendo l’amara pillola, distoglie l’attenzione su lavori realizzati in altri comuni. Cosa c’entrano Pineto e Teramo con le preziose panchine di Fano Adriano il dott. Capolla se lo farà suggerire con migliori salti mortali dall’attuale “imperatore”. Strano che nella specifica e lacunosa delibera non venga poi evidenziato il numero effettivo delle panchine, così succede che il numero subisce la nota moltiplicazione santa, partendo da 6, per passare alle giornalistiche 8 (di cui una regalata) ed atterrare addirittura a “otto panchine, non conto la nona”. Potere “lievitante” della stampa. Facile pensare che le incompletezze nella delibera derivi dalla rapidità con cui si avvicinavano le elezioni, costringendo ad una variazione urgente del bilancio. Se le panchine, così come si immagina, verranno installate prima delle elezioni, i 30.000euro concessi con perfetto tempismo dal BIM, saranno la prova di un’operazione di grossolana campagna elettorale.
A proposito del vivere a Fano Adriano, che sembra essere la caratteristica per avere la patente di candidato, non è neppure vero che, a parte la gioventù, l’attuale Sindaco abbia sempre vissuto a Fano Adriano. In realtà è presente stabilmente in paese solo dal 2012, visto che fino a quell’anno è vissuto fra Roma e Nepi, dove ha gestito una farmacia comunale. Facendo i conti, sono solo 12 anni. Tra l’altro, sull’autocelebrativa stele posta all’esterno del municipio, depositaria dell’elenco dei Sindaci di Fano Adriano, si nota che la maggior parte di loro viveva “fuori porta”. Stessa mancanza di residenza per vicesindaco e alcuni altri consiglieri. Il dott. Capolla poi si è trasferito solo in tempi recenti nel nostro Comune e sembra assurdo che sia proprio lui a parlare di residenza,quando è al servizio di un presidente di Regione, residente, guarda caso, addirittura in un’altra Regione.
Ci è piaciuto anche l’dea del “fil rouge” con le statue, alcune delle quali davvero dozzinali realizzate con macchine a CNC, di cui l’attuale giunta ha ormai disseminato il paese. Ed è a questo punto che il dott. Capolla assevera che fra statue e panchine, Fano Adriano come Cerqueto non hanno avuto un progetto di arredo urbano, interpretando i paesi come tavoli da gioco dove lanciare gli arredi. Saranno state “eseguite nel rispetto delle caratteristiche morfo-tipologiche, dei materiali e delle finiture preesistenti, e dei caratteri tipici del contesto locale”, come afferma il relativo D.lgs42 del 2004? Forse forzosamente la sovrintendenza è stata bypassata? Perché il travertino romano sicuramente non è locale, o forse il “fil rouge” si è spezzato?
Insomma il dott. Capolla, fresco residente di Fano Adriano, ha capito tutto. È meglio avere delle panchine su cui riposare, che lavorare per spendere soldi pubblici per eliminare, casomai, problematiche più importanti per i cittadini di Fano Adriano e Cerqueto. Ma questo probabilmente lui ed il sindaco pensano non porti voti.
Angelo Mastrodascio
Consigliere comunale di minoranza al Comune di Fano Adriano