Scoppia il “Caso Padel” a Bellante. Un campo che nasce, poi viene coperto da un (brutto) tendone, poi il tendone scompare e si smette di giocare… poi si ricomincia a giocare, ma arrivano i Carabinieri. Insomma, è un caso che merita risposte e verità, visto che i cittadini che hanno cercato di saperne di più, hanno ricevuto risposte varie e diverse, a seconda della persona alla quale venivano poste. Ma andiamo per ordine, cominciando dalle domande semplici, anzi dalla domanda più semplice di tutte: quel campo era autorizzato? Aveva, cioè, tutte le autorizzazioni? E se le aveva, perché il (brutto) tendone è stato smontato dopo le proteste dei cittadini? E una volta smontato, si poteva riaprire al gioco? E allora perché sono arrivati i Carabinieri a prendere atto della situazione?
Facciamo un po’ di storia: quella è una struttura di proprietà comunale, affidata in gestione da molti anni ad una società che, qualche tempo fa, ha chiesto di poter trasformare il campo di calcetto (poco utilizzato) in campo di Padel. Il Comune ha autorizzato. Poi però, i gestori hanno deciso di chiedere l’autorizzazione alla copertura del campo di Padel, per poterlo utilizzare anche d’inverno, ma prima ancora che quella copertura fosse autorizzata da Comune e Soprintendenza, è… arrivato il tendone. Con il corollario rumoroso che ha scatenato i residenti. Inevitabile l’ordinanza di rimozione, che il Comune ha emanato, costringendo i gestori a toglierlo. Adesso, qualora volessero ancora coprirlo, dovranno ripresentare la domanda e attendere le risposte di tutti gli enti, anche perché quel tendone, a fine concessione (cioè tra sei o sette anni pare) dovrebbe restare di proprietà del Comune.