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GolerCi risiamo. Ercole Bonanni pubblica un libro che è solo una piccola parte di un volume enorme ed anche chi, come me, lo conosce da tanti anni, crede che sia il prologo, un anticipo di un lavoro lungo e complesso di prossima pubblicazione. E invece no, aspetta ancora, pubblica solo il nono capitolo dei trentaquattro che compongono l'intera opera (San Gabriele dell'Addolorata e il grande Brigantaggio politico in Abruzzo durante l'Unità d'Italia).

A parte lo stile, essenziale ma puntuale, capace di dare autentici fotogrammi delle situazioni descritte, e trasformate in filmate d'epoca, ciò che stupisce è la lettura di dati inediti e assai diversi dalla agiografia corrente. E' la riprova che lo scrupolo, la ricerca di conferma, di fatti che emergono solo se si ha la pazienza di consultare più fonti sulla stessa vicenda.

A riprova di quanto sopra, l'Autore smantella in poche righe la tesi secondo cui Gabriele dell'Addolorata contrasse la tubercolosi polmonare fra il 1860 e 1861 a Isola, affermando che lo scrupolo della ricerca lo ha portato ad accertare che Gabriele si ammalò di tisi nel mese di marzo 1857, nella sede del noviziato di Morrovalle (MC), dove era entrato in perfetta salute il 9 settembre 1856. Trattasi pure di imprecisioni attribuite ad altri storici, secondo i quali il dott. Reginaldo Rossi, medico condotto di Tossicia, avrebbe "scoperto" la malattia di Gabriele, Tale "scopritore" era altresi un infermiere, rapportando le funzioni ai tempi.

Stessa cosa per la mancata ordinazione in sacris di Gabriele che, secondo alcuni, fu dovuta al fatto che lui non disponesse di 50 ducati necessari ad accompagnare la richiesta di autorizzazione al rito da inoltrare al Prefetto, come previsto dalle leggi dell'epoca.

Anche questa tesi è confutata dal Bonanni che, documenti alla mano, dimostra le denunce delle Autorità le quali dicono che i religiosi passionisti del convento di Isola fanno "la guerra contro l'Unità d'Italia" (il 5 aprile 1861); hanno *aiutato il Vescovo di Teramo a ordire un'insurrezione armata contro le nuove istituzioni dello Stato" (il 15 agosto 1861); hanno "efficacemente cooperato con chi invitava gli abitanti alla reazione e al Brigantaggio" (il 18 settembre 1861), ecc. In un tale clima incandescente, il Vescovo di Penne per non rompere i buoni rapporti con le Autorità del Regno d'Italia ritenne di non chiedere al Governatore il permesso di poter ordinare suddiacono Gabriele.

Un'ultima considerazione: i fedeli devoti del Santo, si chiederanno: "Cui prodest?"

Per quanto mi riguarda, approfitto di questa opportunità per invitare lo storico Bonanni ad accelerare l'uscita dell'intera opera, pienamente impostata sui caratteri storiografici documentali cui l'Autore ci ha abituato.

GIANFRANCO SCARPATI