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Nella ridistribuzione delle deleghe, c’è chi cresce, chi perde qualcosa, chi si libera di una rogna e chi quella rogna se la ritrova.
Piccola guida ragionata alle deleghe, vecchie e nuove.

Marco Di Marcantonio: lavori pubblici, edilizia pubblica. E’ uno dei tre assessori nuovi, eredita le deleghe di Cavallari e avrà il non facile compito di trasformare le promesse e gli annunci in progetti e cantieri. Cantieri veri, che vadano avanti… non che si fermino al montaggio delle impalcature.


Graziano Ciapanna: rigenerazione urbana, governo del territorio di area vasta e sicurezza. Aveva Rigenerazione urbana, governo del territorio e Pianificazione di area vasta. Per lui, il rimpasto è come se non fosse esistito.

Graziella Cordone. Seconda dei “nuovi”, si aspettava il Sociale della De Sanctis, anche per indole e vocazione personale, invece D’Alberto le rifila due rogne cosmiche: le politiche ambientali, con l’economia circolare e la gestione del ciclo dei rifiuti, come pure la mobilità e trasporti. La Cordone dovrà occuparsi dei rifiuti, ma anche del traffico, della TeAm e del Pums, dei parcheggi e dei cassonetti.

Domenico Sbraccia: frazioni e cura, manutenzione, valorizzazione del patrimonio comunale
Aveva Manutenzione e gestione degli immobili comunali, della rete viaria, della pubblica illuminazione. Valorizzazione dell’intero patrimonio comunale. Anche per lui, sembra che cambi pochissimo, in realtà in quel “manutenzione” c’è anche tutta la cura del verde pubblico che era di Valdo Di Bonaventura.

Miriam Tulli: è la terza dei "nuovi", eredita il Personale dal Sindaco, che se ne libera dopo aver ricreato un clima tranquillo, visto quello che aveva invece esasperato Core nel primo mandato; Gestirà anche comunità educante e servizi relativi al diritto allo studio. 
Insomma, la scuola... e lei che è un funzionario dell'UniTe, magari si potrà muovere con competenza,

Alessandra Ferri: sport, politiche giovanili e sviluppo di Teramo città universitaria e della ricerca. Aveva Sport e rapporti con le associazioni sportive, politiche giovanili e attuazione del protocollo “Teramo Città Universitaria”. Come dire: c’è stato un rimpasto? Maddai…

Antonio Filipponi: rivitalizzazione e rigenerazione economica e culturale di Teramo città capoluogo. Aveva: Politiche del commercio e di sviluppo dell’economia urbana, Cultura, manifestazioni ed eventi; Promozione della vocazione turistica, enogastronomica e marketing territoriale; PUMS e Strategia urbana di revisione del sistema del traffico e della sosta. S’è liberato di una serie di rogne, del traffico e del Pums, adesso può dedicarsi agli eventi e alla Cultura. E alle varie ed eventuali. Crediamo che mantenga il Commercio, ma in generale se fossimo in lui e volessimo candidarci a Sindaco... ci sentiremmo depotenziati e un po' preoccupati.

Pina Ciammariconi: agenda digitale e servizi civici e generali, trasparenza, partecipazione e collaborazione tra le comunità.
Aveva Servizi demografici e istituzionali, Innovazione tecnologica, agenda digitale e razionalizzazione dei processi amministrativi; Urp e comunicazione – Trasparenza e privacy; Partecipazione e Patti di collaborazione; Toponomastica; Comunità energetiche. Ha lavorato così bene che il Sindaco ha deciso di premiarla lasciandole le “corpose” deleghe che gestisce. Cinquemila euro al mese che la collettività teramana non potrebbe spendere meglio…

Stefania Di Padova: vicesindaco con delega al bilancio solidale, welfare e politiche della casa. Aveva Bilancio, tributi e contabilità generale; Programmazione strategica Spending Review e Bilancio Sociale Servizi educativi; Pubblica istruzione e diritto allo studio. Perde la scuola, (per la quale s’era ritrovata attaccata dal cardinale Mazzarino Andrea Core) e prende il Sociale, delega importante dal punto di vista politico e umano.