Sapete quanti sono 16 mesi?
Sono un anno e quattro mesi.
Sono 69 settimane.
Sono quattrocentottasei giorni.
Sono, soprattutto, il tempo già passato nell’attesa che la Gianguideria riesca a scrivere un lettera.
Anzi: a fare un progetto. Sì, un progettino, con il quale indicare alla Soprintendenza dove sarà sistemata la sirena antiaerea che avvertiva i teramani dell’arrivo di un bombardamento. Più precisamente: “una proposta progettuale che preveda il restauro, e la valorizzazione tramite allestimento in luogo che la renda fruibile dalla cittadinanza, accompagnata da un apparato didattico”, così scrive la Soprintendenza al Sindaco, ma la parte più bella è quando scrive; nonostante “il 29 dicembre 2022, il Comune abbia comunicato che era stata individuata una ditta per il restauro della Sirena e che "definite le procedure amministrative che consentiranno l'affidamento dell'incarico, si invierà alla Soprintendenza il progetto di intervento per la necessaria approvazione"; questa Soprintendenza, dopo 16 mesi, è ancora in attesa di una proposta progettuale”
Sedici mesi.
Un anno e quattro mesi.
69 settimane.
486 giorni, senza riuscire a presentare un progettino, per risolvere un problema semplicissimo.
E neanche a dire che il problema sia nuovo, visto che è noto da anni, grazie al fatto che Fabrizio Primoli, cultore di storia locale e ricercatore delle cose perdute, aveva di fatto scoperto l’esistenza della sirena antiaerea. Nel 2018, infatti, venne trovata in un capannone di San Nicolò. Da allora, cominciava una lunga corrispondenza che approdava, nel 2022, all’impegno del Comune gianguidico di elaborare “un progetto di sistemazione”, tanto che era stata anche già individuata una ditta.
Intanto, quella sirena torno a suonare, nell'aula magna dell'UniTe, nella giornata della memoria.
Poi… sedici mesi di nulla, vissuti tra selfie e annunci, o magari inaugurando bislacche lapidi dedicate a martiri viventi, con la partecipazione di partigiani nati dopo la guerra, esponendo il Comune a figuracce anche sulla stampa nazionale.
Della sirena antiaerea, che la guerra invece “l’ha fatta” davvero… e che è un vero pezzo di storia teramana, la gianguideria non si interessa. Ha avuto altro da fare negli ultimi 16 mesi.
Perché ora Teramo può.
Cuoricino bianco, cuoricino rosso.
Ad’a