"Mi chiamo Rosella Franceschini, sono residente in Tossicia, ho deciso di convocare questa conferenza stampa non solo perché non riesco a trovare altro mezzo idoneo a dare voce e ricevere concrete risposte alla mia drammatica vicenda ma anche per denunciare l’incredibile scandalo della mancata ricostruzione in Abruzzo post sisma 2009.
«Sono proprietaria di un immobile (foto sopra) dichiarato di interesse storico-artistico con Decreto del MBAC-Soprintendenzadi L’Aquilan.35 del 19 marzo 2013 esito nel centro storico di Tossicia,da sempre utilizzato insieme alla mia famiglia in parte ad uso abitazione ed in parte ad uso studio professionale che, dopo il terribile sisma del 6 aprile 2009 con epicentro in L’Aquila, è stato gravemente danneggiato rimanendo totalmente inagibile per oltre il 90% della sua superficie ad uso abitativo e per l’integrale 100% per la sua superficie ad uso di studio professionale - comincia così la storia che Rosella Franceschini, avvocata teramana che sta combattendo una sua personale battaglai contro la burocrazia - A seguito e in ossequio delle normative approvate dal governo ebbi a presentare ritualmente, insieme agli altri miei familiari, una domanda per la concessione del contributo statale a fondo perduto per la ricostruzione. Purtroppo da tale momento inizia, dopo quello legato al dramma del sisma, anche l’ulteriore calvario mio e di tutti i cittadini che sono nella mia condizione in quanto il Governo dell’epoca ebbe la brillante idea di ritardare l’esecuzione dei lavori di riparazione-ricostruzione proprio nelle zone più colpite dal sisma in quanto con normativa legislativa (N. 77/2009) previde che i proprietari degli immobili siti nei contri storici dei Comuni ricompresi nel c.d “cratere sismico” (e cioè di quei Comuni dove il terremoto aveva fatto molti più danni rispetto ad altri), non potevano iniziare il procedimento amministrativo per la concessione del contributo statale se non dopo l’approvazione di un nuovo, specifico, strumento urbanistico, denominato “Piano di ricostruzione per i centri storici” che, previo definitivo accordo di programma e definitiva “ratifica” da parte dell’Ente provinciale di riferimento e del singolo Consiglio comunale, avrebbe rappresentato una necessaria “variante urbanistica” ai piani ordinari vigenti, in tal modo creando una gravissima disparità di trattamento fra i cittadinidello Statoche non erano ricompresi nel “centro storico” dei Comuni ricompresi nell’elenco del C.d. “cratere sismico»
Ma così non è stato: «Come risulta dall’esame degli atti ufficiali(“Schema di azione per le attività di ricostruzioni e ripianificazione”)il Comune di Tossiciain data 21/09/2011 attestava in primo luogo che “nell’ambito delle risorse disponibili non si rinvengono soggetti che per disponibilità, conoscenze e competenze possano assolvere a tale compito”…”che pertanto è necessario fare affidamento a risorse esterne”…
Successivamente e sino alla data del 10/12/2012 il Comune non provvedeva se non con la Delibera di Consiglio comunale n. 38 del 6 dicembre “Piano di Ricostruzione - Predisposizione quale atto propedeutico all’adozione finale del Piano di ricostruzione” - continua l'avvocata - Nonostante tutto ciò e il fatto che a tale data il Comune di Tossicia non solo non aveva approvato il “Piano di ricostruzione” ma non lo aveva addirittura neanche predisposto al pari della nomina dei tecnici per la sua predisposizione, lo stesso Comune così come quasi la maggior parte degli altri Comuni del “cratere sismico” proseguì nella volontà di approvare il “Piano di ricostruzione”, nonostante fosse decaduto dal farlo.Ma vi è di più! In effetti pur essendo edotto di ciò e, cioè, che alla perentoria data del 10/12/2012 il Comune di Tossicia non avesse predisposto il Piano di ricostruzione, l’U.S.R.C. (Ufficio Speciale per la ricostruzione dei Comuni del cratere), ossia l’Organo appositamente nominato dallo Stato Italiano, del tutto incredibilmente, approvava con la “determina” n. 80 del 29/08/2013 la “copertura finanziaria” per la redazione del Piano, nell’importo di € 103.197,80. Finalmente e solo in data 17/02/2014, quindi quando formalmente decaduto e oltre il termine previsto dalla legge, il Comune di Tossicia adottava il primo atto ufficialee, cioè, la “Manifestazione di interessi per l’affidamento dell’incarico di redazione dei Piani di ricostruzione e raggruppamenti temporanei di professionisti” per la nomina dei tecnici!».
Una situazione davvero complicata per la famiglia Franceschini, quindici anni di calvario.
«Gavi danni patrimoniali e non patrimoniali, con una oggettiva ed ingiustificabile grave lesione dei fondamentali ed inderogabili “diritti inviolabili dell’uomo”, come riconosciuti e garantiti dall’”Ordinamento giuridico nazionale, comunitario ed internazionale”. Pertanto, noi componenti la famiglia Franceschini, sin dall’anno 2018, abbiamo informato lo Stato Italiano, con missive inviate alla p.e.c. del Presidente del Consiglio dei Ministri (Governo Conte, Governo Draghi e Governo Meloni), preannunciando “azione di risarcimento danni per violazione dei fondamentali dirittid ell’uomo”, non ottenendo mai alcuna risposta - continua - in particolare, il 25 marzo 2023, abbiamo indicato anche “il quantum debeatur” nella somma di Euro 1.512.973,00 comprensivadi interessi e di rivalutazione ed interessi ed in data 5 dicembre 2023, abbiamo integrato detta richiesta nella somma di Euro 3.162.681,26 e della somma di Euro 112.973,00 per gli affitti che la famiglia Franceschini ha corrisposto, a sue spese, dal 1° giugno 2009 al 31 gennaio 2023, per le case tenute in locazione a Teramo, rispettivamente in via Fonte Baiano e Piazza Verdi».
L’unica risposta ricevuta dallo Stato da parte della sottoscritta è stata la notifica di alcune cartelle esattoriali…! E’ incredibile!