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Partorisce in casa e si precipita, da sola, al pronto soccorso con un’emorragia in corso. Sono stati i carabinieri a ritrovare il feto senza vita, gettato in due sacchi dell'immondizia sotto al lavello. Per questo la procura ha aperto l'inchiesta sull'episodio che ha per protagonista una giovane donna di origini rumene. Il sostituto procuratore Bruno Auriemma ha disposto l’autopsia a chiarire se il feto sia nato vivo o se fosse già morto al momento del parto. Fatto sta che la giovane donna, 34enne, da ieri sera è ricoverata presso l’ospedale Mazzini di Teramo dove si sarebbe recata autonomamente in macchina nel tardo pomeriggio. Sull'episodio adesso indagano i carabinieri della Compagnia di Teramo, diretti dal maggiore Asci. Le doglie per la donna, alle trentesima settimana, sono iniziate all’interno dell’appartamento in cui la vivrebbe insieme al compagno nella frazione di Travazzano. Se la donna fosse da sola al momento del parto o se abbia chiamato qualcuno, non è dato saperlo almeno per ora: anche questo aspetto è oggetto di accertamento investigativo da parte dei carabinieri e della magistratura. Infermieri e medici del pronto soccorso di Teramo hanno impiegato pochissimi minuti per capire che, quell’emorragia, fosse dipesa da un parto. O da un aborto, qualora dovesse essere appurato che il feto è stato partorito già senza vita. Subito è scattata la segnalazione ai carabinieri e da qui l'inchiesta del dottor Auriemma. La donna risiede a Travazzano: il marito l’ha raggiunta solo in un secondo momento al Mazzini. Quando i carabinieri si sono portati all’interno dell’abitazione, hanno fatto la drammatica scoperta: hanno ritrovato il feto, senza vita, sotto al lavello dentro due sacchetti di plastica. Nelle prossime ore si svolgerà l'esame autoptico sul feto. La madre resta ricoverata al Mazzini. La donna è stata iscritta nel registro degli indagati. L'ipotesi di reato è in via di definizione, non si esclude l'accusa di infanticidio   ospedale_teramo