Ha raccontato di essere stata
violentata a casa del capitano e di essere stata convocata più
volte nel suo ufficio. Episodi che poi sarebbero stati
addirittura commentati all'interno di una chat WhatsApp nella
quale era presente il presunto autore degli abusi, insieme con
tre suoi parigrado. La denuncia di un'allieva della Scuola
ispettori e sovrintendenti di Coppito, in Abruzzo, ha fatto
scattare le indagini della Procura dell'Aquila che ha raccolto
la testimonianza della giovane e aperto un fascicolo per
violenza sessuale e maltrattamenti in concorso. Il Comando
generale della Guardia di Finanza, dal proprio canto, ha deciso
di allontanare immediatamente gli indagati, trasferiti in altre
regioni con compiti operativi.
La vicenda risale allo scorso maggio, quando l'allieva,
originaria della Puglia, decide di denunciare le presunte
violenze subite da parte di un capitano della Scuola a due passi
dall'Aquila, una delle più prestigiose delle Fiamme Gialle a
livello nazionale. La giovane, al primo anno di corso, avrebbe
riferito di essere stata vittima di abusi nell'abitazione
dell'ufficiale, un 33enne originario della Sicilia, nella
periferia dell'Aquila. Sulla vicenda, sulla quale indaga anche
la Procura militare, vige ovviamente il massimo riserbo sia per
il tipo di reato contestato e sia perché le indagini sono
tutt'ora in corso ma gli inquirenti, guidati dal pm Ugo Timpano,
hanno comunque già acquisito la chat incriminata nella quale i
quattro finanzieri, secondo l'accusa, si scambiavano commenti
sugli episodi di violenza.
"La vicenda è incresciosa e sottoposta all'attento vaglio
della procura aquilana", ha commentato l'avvocato della vittima,
Francesco Vetere. Non è escluso che nei prossimi giorni la
giovane possa essere sentita di nuovo dagli investigatori, così
come non si esclude un nuovo confronto con gli indagati.
Si teme infatti che possano essere numerosi i casi simili a
quelli raccontati dalla vittima degli abusi, adescata con la
promessa di un aiuto in vista degli esami. Secondo l'accusa gli
altri tre capitani indagati (un 30enne di Formia, un coetaneo di
Battipaglia e un 29enne di Pescara) avrebbero cercato di
ottenere prestazioni sessuali da altre allieve di quella che
viene considerata una Scuola modello per i finanzieri italiani.
Nel gruppo WhatsApp gli indagati si sarebbero scambiati
informazioni e contatti delle allieve con tanto di foto e video.
Tutto materiale che è finito all'interno del fascicolo sul
tavolo dei magistrati, che hanno disposto anche il sequestro dei
dispositivi mobili e computer. Ai quattro viene contestato
l'aggravante di aver commesso il fatto approfittando della loro
qualifica di ufficiali e quindi di supremazia. Gli avvocati del
capitano a cui vengono contestate le accuse di violenza
sessuale, Cesare Placanica e Maria Leone, preferiscono non
commentare quanto avvenuto seppur sostenendo la scelta del
Comando generale della Guardia di Finanza di trasferire gli
indagati. "Una decisione - le parole di Placanica - che renderà
sicuramente più serena la fase d'indagine. Nel contempo restiamo
fiduciosi nel lavoro della magistratura".