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Un lettore ci scrive denunciando casi di maltrattamenti di animali che qui di seguito riportiamo:

"Pensavo di fare una scampagnata tranquilla con i bambini che volevano aiutare il loro papà a trovare funghi nella zona di Fioli. 

In realtà sono un fungaiolo arrugginito e inevitabilmente, dopo anni di assenze dai percorsi montani, ci siamo persi in una macchia di ginepri e cerri e, dopo parecchio camminare, ci siamo trovati in una radura dove poter gustare il nostro pranzo al sacco.  

Mentre cacciavo dagli zaini asciugamani, panini e acqua e mi prefiguravo la piccola siesta, il piccoletto ha sentito belare all'interno di un recinto poco lontano da noi ed è subito corso a vedere le pecore. 

Lo abbiamo raggiunto, ma lo spettacolo non era quello che speravo vedessero i bambini: pecore al limite della trascuratezza addossate ad un'auto per cercare un po' di ombra e le altre che non erano riuscite a trovare refrigerio brucavano a terra i loro escrementi, non essendoci un filo d'erba né fieno da ruminare.  

Alla nostra vista, sono accorsi due simpatici cagnetti... 'Meno male', ho pensato, 'così i bimbi possono distrarsi da questa triste scena', ma subito la grandicella ha notato che entrambi avevano ferite alle orecchie e in particolare il cane più piccolo ne aveva una aperta in putrefazione con insetti che entravano e uscivano da lì.  

I due annusavano insistentemente i nostri panini e appena ne abbiamo scartato uno sono arrivati tre pastori abruzzesi che si sono presi la prima fila saltando addosso ai cani più piccoli. Ho immaginato il momento del loro pasto: l'allevatore che rovescia una brodaglia davanti ai cani e il più forte si ciba più degli altri; mi sono spiegato così il motivo dei morsi alle orecchie sui più piccoli che spaventati si erano allontanati senza perderci d'occhio, nella speranza di ricevere un pezzo di quel panino.  

Intanto avanzava traballante verso di noi un cane che non riusciva a tenersi sulle zampe: era scheletrico e abbaiava a fatica.  

Non ho fatto in tempo a rendermi conto che eravamo circondati da un odore nauseante che il piccoletto inizia a piangere alla vista di due carcasse di pecora in decomposizione, lasciate a terra a marcire.  

A fatica sono riuscito a portar via i bimbi che mi chiedevano di fare qualcosa... Cosa potevo fare? Alla fine li ho presi a forza, trascinandoli giù per la boscaglia fino a raggiungere la strada; eravamo proprio dietro il cimitero di Padula di Cortino.  

Abbiamo fatto la strada di ritorno in silenzio, ma a me rimbombava in testa la frase dei bambini: Papà, aiutali, fai qualcosa

Ecco allora che, stanotte, con ancora quelle immagini davanti agli occhi, scrivo a certastampa nella speranza che qualcuno intervenga ad interrompere tanta crudeltà. Resto sgomento a pensare che le mie tasse, come quelle di tutti gli abruzzesi, servano anche per versare contributi ad allevatori che maltrattano così gli animali".