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 Si eleva (temiamo anche troppo, per una larga fetta dei presenti), il dibattito politico sulla delibera di acquisto dell’ex Banca d’Italia. Una delibera che prevede anche la contrazione di una serie di mutui, tra i quali quei 2 milioni di via Longo, che hanno fatto chiedere ad Alessio D’Egidio, di Azione, di scorporare l’acquisto dell’ex Bankitalia dal resto dei mutui, per un totale di quasi dieci milioni.
Si eleva, perché lo stesso D’Egidio invoca “lo spettro del Comunismo”, attingendo al Manifesto del Partito Comunista, provocando il consigliere Andrea Core, del gruppo misto, che non si fa pregare per intervenire. 

E lo fa, sottolineando come questa sia forse la «…più importante delibera dell’intero mandato di D’Alberto…», e non per l’acquisto di Bankitalia, ma per il valore e la portata degli investimenti che quella stessa delibera comprende, tra i quali via Longo, investimenti nelle scuole e per la cultura che, se realizzati - «…potranno davvero segnare la storia di questa esperienza amministrativa».
Il consigliere della Lega, Berardo Rabbuffo, si dichiara disponibile a votare a favore, ma chiede di conoscere quali siano le intenzioni della Maggioranza, sulla riorganizzazione della macchina amministrativa comunale. Interviene Mario Cozzi, di Forza Italia, stupito del fatto che la Maggioranza abbia presentato un emendamento alla Giunta, che considera «Manifestazione plastica del caos», considerando anche illegittima la votazione sull’atto.

Flavio Bartolini, di In Comune per Te, tenta una fiacca spiegazione dell’interesse della Provincia sulla Banca d’Italia, ma poi annuncia la possibilità che nasca una nuova scuola alla Cona. «Siete disintegrati - attacca Franco Fracassa, di Futuro In - dichiarandosi disponibile a votare sull’acquisto della Banca d’Italia, ma solo su quello.. non altri mutui, visto che chiedete un milione di mutuo per le scuole e non siete riusciti a spendere i milioni che avete in cassa, per le scuole, dei quali non avete speso un centesimo…». 

Quando interviene Luca Malavolta, di Insieme Possiamo, si diffonde una nebbia di nuova confusione, perché sostiene che contraendo mutui per 9 milioni, il Comune pagherà meno di quello che ha pagato negli ultimi sei anni per pagare altri mutui. Che non si sono estinti. La teoria malavoltiana, secondo la quale il contrarre nove milioni di nuovi mutui… faccia risparmiare (che tenta inutilmente di spiegare), così come quando dice: «Se un bene pubblico costa 8 milioni e qualcuno la paga 4… non si sta regalando nulla…», ci fa nuovamente tirare un sospiro di sollievo sul fatto che non sia lui l’assessore al Bilancio. 
S’incazza, quasi, spiegando - senza riuscirci - la sua teoria, ma intanto s’è fatta una certa, e l’attenzione del Consiglio sfiora quella del torneo olimpico di Badminton. Ad amplificare il tedio, interviene Luca Pilotti, del PD, che - forse per pareggiare i riferimenti “spettrali”, invoca teorie keynesiane, facendo rischiare all’ormai provatissima (e ridottissima) platea, lo svenimento da eccesso di noia. Pilotti, sfiora il tema degli investimenti culturali… lui che ha inventato “Extramuros”… e la cosa si commenta da sola. 

A chiudere, il Sindaco, che spiega i passaggi che hanno portato il Comune a scegliere di acquistare l’ex Banca d’Italia, per «rafforzare il patrimonio pubblico», costruendo intorno a questa scelta una visione, che «…comprende anche via Longo, stralciando le prime due palazzine…per dare un primo blocco di risposta sociale con 36 appartamenti… ». 
Poi, si vota. 
Punto approvato coi voti della sola maggioranza

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