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corrosivoSto vedendo su Rai 1 una trasmissione su una processione, che si svolge tradizionalmente a Roseto, a quanto hanno detto, da numerosi anni. Mi sovviene che a Corropoli hanno da poco avuto il tradizionale “palio delle botti”, ho ancora in mente le immagini della quintana di Ascoli Piceno e quelle di “Atri a tavola”. A Castiglione della Valle, si torna a parlare della  rievocazione dell’arrivo di Lucrezia Borgia, anche se non è affatto certo che la figlia di Papa Alessandro VI e sorella del Valentino vi sia mai andata.
Quasi ogni borgo, anche il più piccolo, ha una rievocazione storica, di grande o piccolo rilievo, con cui continua una tradizione e una scia di memoria storica.
Perché solo a Teramo siamo privi di questo tipo di eventi?
Come se nella nostra storia non ce ne fossero da rievocare e invece ne siamo ricchi.
Ma inutilmente ricchi.
Qualche volta me abbiamo rievocato qualcuno, poche edizioni e poi l’oblio. Poche buone annate e poi il nulla.
La festa della pace? A tozzi e bocconi, qualche anno di grande risalto e poi la fine.
La cena della Regina Giovanna alla Fonte della Noce? Ogni tanto una rievocazione, sempre in tono minore per mancanza di mezzi, alla presenza di pochi interessati.
Quando dico che Teramo è una città senza memoria, dico anche questo.
I teramani sembrano indifferenti rispetto al passato e vivono solo nel presente, non pensando perciò nemmeno al futuro.
Feste dell’uva, della pastorizia, della transumanza, del tartufo, delle botti, dei tratturi antichi… noi teramani non abbiamo nulla da festeggiare?
Nulla a cui dare importanza della nostra cultura popolare e della nostra storia?
Ecco, oggi molte cittadine del teramano avevano le strade affollate, perché c’era qualcosa da festeggiare o da rievocare. T
eramo, nelle foto pubblicate da qualche facebookista, appare desolatamente deserta.
Non c’è nulla da rievocare a Teramo.
Nessun fasto da riverniciare.
I teramani sono al mare, o ovunque ci sia “caccòse da magnà”.
Un’idea: perché non puntare sulla processione a piedi a San Gabriele?
Si svolge da tanti anni… e poi un anno o l’altro il santo una grazia ce la farà.

ELSO SIMONE SERPENTINI