Dopo una lunga e interminata stagione di furti, questa città si è scoperta pure nuovo teatro di spaccio conteso tra magrebini, subsahariani e italiani. È un po’ il modello di spaccio che si registra nella periferia milanese o romana, che da noi, però, avviene indisturbata in pieno centro, sotto la Torre del Duomo, ad esempio, teatro di risse a mo’ di regolamento di conti – poi si trattano anche, sempre sopra lo stesso palcoscenico, ubriacature incontrollate e curiose frizioni amorose.
Un altro fenomeno che sta interessando il centro città negli ultimi tempi è anche il pascolo di giovani gang di magrebini (marocchini, algerini e tunisini) che importunano, sempre indisturbati e quindi sempre più maleducati, i vecchi della nostra città al richiamo di: “Oh zi’, che c’hai ‘na sigaretta, zi’...”oppure: “Oh zi’, che c’hai qualche spiccio, zi’...” E i poveri malcapitati, spaventati, cominciano a frugarsi in ogni dove pure di levarsi di fretta l’impiccio dando loro quello che vogliono. Poi chi coraggiosamente si rifiuta di rispondere al richiamo tribale, rimedia uno scappellotto e qualche vaffanculo.
Ma tornado agli ultimissimi episodi di violenza registratisi sotto la Torre del Duomo, il Prefetto assicura maggiori controlli e l’adozione di ulteriori sistemi di video sorveglianza. Bene. Siamo tutti d’accordo. Siamo tutti d’accordo che non serviranno a nulla, e tanto meno saranno utili questi nuovi controlli e dispositivi come deterrenti allo spaccio (utile sarebbe invece la liberalizzazione delle droghe, ma si sa che non conviene allo Stato delle Cose alla cazzodicane – anche io da giovane ero proibizionista ma poi sono cresciuto) e alla maleducazione.
Ecco, mi soffermerei però sui maggiori controlli promessi dal Prefetto e sulla loro reale efficacia, tanto per stare tranquilli, donne vecchi e bambini.
Una sera, qualche mese fa, che era già primavera, dopo una sera passata con alcuni cari amici (Carmine Di Giandomenico, Marino Melarangelo e Pietro Albino Di Pasquale), io e Carmine lasciamo l’allegra combriccola per tornare a piedi, pacifici e paciosi uomini di mezza età, a casa – erano circa le 23. Salutati gli altri e usciti dal Liverpool Pub, ci dirigiamo verso Piazza Martiri della Libertà attraversando Corso Porta Romana e Via Vittorio Veneto. Arrivati in piazza, giriamo verso Piazza Orsini e vediamo salire da Corso Cerulli una giovane volante della Polizia di Stato, che proprio all’altezza della Torre del Duomo, oggi teatro di lotte per il controllo dello spaccio in città, ci ferma e ci chiede i documenti.
Fine della storia.
MASSIMO RIDOLFI